La prima volta che si scopre Parigi è tutto un affannarsi a vedere i monumenti principali, salire e scendere dalla metro, incappare in disguidi con la lingua e poco viverla davvero. Quando invece si torna una seconda, terza, quarta, millesima volta è come riabbracciare una cara amica dopo un lungo periodo passate lontane. Ci si destreggia meglio fra le sue vie, si dedica più tempo a quartieri meno conosciuti, si scoprono dettagli sfuggiti durante le visite precedenti. Soprattutto, ci si gode ogni secondo. Ecco perché, approfittando delle feste di Pasqua, l’anno scorso ho passato un weekend a Parigi esplorandola a piedi, o quasi.
Perché ancora una volta la Ville Lumière? Ormai è diventata una delle mie città del cuore. Parigi è stata la prima meta estera visitata con Marco; qui è dove mi ha fatto la proposta e sempre qui ho passato uno dei compleanni più belli della mia vita, con capatina a Disneyland annessa.
Questa terza volta, invece, l’ho rivista con la mia migliore amica; in un viaggio dove abbiamo macinato chilometri, visitato posti (per me) nuovi e dove ancora una volta mi sono fatta conquistare da tutto il suo charme, sempre cangiante.
Pianificare un weekend a Parigi a piedi
La scelta su dove andare in quel weekend libero è stata dettata dal volo diretto da Cardiff. La comodità di poter utilizzare l’aeroporto della propria città è sempre un’agevolazione. Anche se, il giorno del volo, abbiamo comunque fatto quasi un’ora e mezzo di ritardo.
Grandi piani per quei due giorni non ne avevamo. Entrambe eravamo già state nella capitale francese e l’idea era solo una: passare il weekend a Parigi vivendola a piedi, esplorandone le vie senza meta; cercando di prendere mezzi solo se strettamente indispensabile.
Volevamo però vedere alcuni luoghi di Emily in Paris, visto che entrambe amiamo la serie e la Moschea di Parigi che, senza a farlo apposta era molto vicina al nostro hotel (di cui vi parlerò in un altro post).
Proprio grazie a questo nostro piano, non solo ci siamo ritrovate quasi per caso in luoghi abbastanza turistici che non avevamo preso in considerazione ma abbiamo anche dato il via alla tradizione di passare le vacanze di Pasqua insieme in giro. (Spoiler: nel 2023 andremo a Belfast!)
Da Orly a Rue Monge in un weekend a Parigi a piedi
Atterrate a Orly con in mente fare un pic-nic serale sulla Senna, abbiamo cercato il minimarket dell’aeroporto sperando fosse aperto. Avevamo paura che essendo la domenica di Pasqua, in città avremo trovato tutto chiuso. Così, in pieno stereotipo, abbiamo comprato baguette e vino e siamo andate a prendere il bus che ci avrebbe portate alla nostra prima destinazione parigina: l’hotel.
Solo scendendo alla fermata Place Denfert-Rochereau abbiamo realizzato che eravamo a Parigi. I bellissimi palazzi haussmanniani, i grandi boulevard ed un tiepido sole primaverile non avrebbero potuto darci benvenuto migliore.
Ci siamo incamminate quindi per Boulevard Arago: una via alquanto residenziale, con alcuni negozietti d’arredamento e tante boulangerie che, fortunatamente per le nostre tasche, erano chiuse. Abbiamo poi svoltano per le stradine del V arrondissement, fino al cuore di Rue Monge, la nostra destinazione finale. Anch’essa è una larga via abitata principalmente da parigini. I tantissimi cafè francesi sono affiancati da locali etnici per tutti gusti. Durante la settimana apre anche un mercatino rionale.
Arrivate da poco a Parigi e già esplorandola a piedi ci siamo imbattute in zone che non avremmo mai visto altrimenti. Non solo, alcuni Franprix, catena di supermercati francese, ed ortofrutticoli erano aperti e così ne abbiamo approfittato per comprare i salumi da accompagnare alla nostra baguette e persino delle fragole. Quest’ultime sono state lo snack perfetto arrivate in camera dove abbiamo potuto posare i pesanti zaini e darci una rinfrescata.
Una passeggiata nel V arrondissement
La voglia di esplorare meglio la zona circostante al nostro hotel, ci ha subito riservato la prima sorpresa: la fontana d’acqua potabile delle scale di Rue Rollin. Non solo acqua ma anche un progetto floreale cittadino dove le piante abbelliscono questo angolino seminascosto di Rue Monge.
Seconda sorpresa? Una Fiat Cinquecento azzurra che sfrecciava per la via, il colore si mischiava quasi a quello del cielo di quel pomeriggio. Un’immagine che ho impresso in video per non dimenticarmi la felicità delle piccole cose che, spesso, sta nei dettagli che ci meravigliano.
Nel frattempo, percorrendo tutta la strada, veniamo richiamate dal chiacchiericcio di Place Gerges-Moustaki. Un ortofrutta, un cafè con i tavolini rossi disposti nella piccola piazza ed una chiesa a fare da sfondo. Più francese di così, non so cosa esista. Proprio da qui inizia una delle vie più antiche di Parigi: Rue Mouffetard. I parigini però la conoscono come “la Mouffe“, nome che ricorda l’olezzo maleodorante che nel III° secolo si respirava in zona.
Il vero segreto però sta nel percorrerla tutta, tra locali hipster e cucine di tutto il mondo, fino a Rue Descartes per poi girare per Rue Clovis. Vi ritroverete così alle spalle del Panthéon. Non l’avevo ancora mai visto dal vivo e trovarmelo davanti, solo girovagando a caso tra le strade meno battute della Ville Lumière, è stato ancora più emozionante.
A due passi dall’imponente edificio si erge la Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont. I cinefili la ricorderanno per Midnight in Paris. Essendo uno dei miei film preferiti, posso dire che quel primo pomeriggio di esplorazione stava dando dei frutti inaspettati. In più, di fronte la chiesa c’era uno dei bar della seconda stagione di Emily in Paris. Mi sono sentita nel mio momento cinematografico, dove tutto sembra essere una coincidenza perfetta.
Pic-nic sulla Senna
Lasciate il Panthèon alle spalle, proseguendo per Rue Soufflot, ci siamo dirette in uno dei polmoni verdi della capitale: Jardin du Luxembourg. Per quanto fossi già stata qui, mi ero persa la bellezza della Fontana dei Medici, voluta fortemente da Maria de Medici. Oggi, un’oasi di pace dove potersi rilassare. Basta prendere una delle sedioline verdi sparse nei parchi parigini e riposarsi qui, beandosi della tranquillità del parco.
Dopo la breve sosta, la destinazione finale era la Senna. Guidate così un po’ da Google Maps e un po’ dall’ispirazione, ci siamo incamminate per Rue d’Assas, addentrandoci nel cuore dell’elegante quartiere Saint-Germain-des-Près. Trentacinque minuti dopo, eravamo a Pont de la Concorde.
La Tour Eiffel da qui sembrava così vicina da poterla quasi toccare. Invece era ancora abbastanza lontana e i nostri piedi chiedevano pietà, così come i nostri stomaci. Dopo un primo momento foto con un principio di tramonto, siamo scese alle banchine, trovando un posticino dove fare il nostro pic-nic.
Una cena nella quale abbiamo visto l’inizio e la fine di un bellissimo tramonto e la Tour Eiffel illuminarsi. Non ci siamo esentate dal raggiungerla alla fine del pic-nic per poi prendere la metro e tornare in hotel.
Una mattina a Montmartre
Non sarebbe un weekend a Parigi a piedi senza una visita a Montmartre. Così, dopo una notte di ristoro, abbiamo preso per la seconda volta dal nostro arrivo la metro. In poco più di mezz’ora siamo passate dal V arrondissement al mio quartiere preferito.
Destinazione Lamarck-Caulaincourt, ci siamo ritrovate sull’ex set cinematografico de Il favoloso mondo di Amélie. Avremmo dovuto fare colazione, invece, abbiamo salito le scale all’uscita della metro per arrivare al cuore del VXIII arrondissement. Place Dalida, con il busto dell’omonima cantante scomparsa alla fine degli anni ’80, ci ha aperto la strada per la nostra mattinata a Montmartre.
Curiosità: Leggenda vuole che toccare il seno del busto scultoreo di Dalida porti fortuna sia nella vita che in amore. Non solo, si dice anche che toccandola si tornerà presto a Parigi.
Continuando per la famosa Rue de l’Abreuvoir, ci siamo addentrate nelle stradine senza meta. Semplicemente facendo una passeggiata e godendoci la bellezza di questo villaggio che è stato annesso dalla capitale solo nel 1860. In realtà, avrei voluto vedere il vigneto del quartiere ma è una scusa per tornare a Parigi.
Ovviamente, non potevamo esimerci dal visitare anche Place du Tertre, dove artisti famosissimi hanno colloquiato e dipinto qui. Peccato che di quella bellissima piazza, vista per la prima volta nel 2015, è rimasto poco e nulla. Persino gli artisti non ci sono quasi più, relegati ai margini per colpa delle tettorie di ferro nero dei ristoranti che hanno preso tutto lo spazio. Un brutto colpo!
E poi, finalmente, le Sacré-Cœur.
In tutta la sua bellezza si erge la Basilica che, mi duole ammettere, non ho mai visto dall’interno. Però, il balcone che propone sulla città è qualcosa che toglie il fiato ogni volta. Peccato solo per i truffatori ai lati delle scale. Ebbene sì, per quanto Parigi sia bellissima, c’è un grosso problema con i ladruncoli e gli scammer. Alcuni cercano di farti firmare delle carte mentre qualcun altro ti mette le mani in borsa. A Montmartre invece ti fermano per un “saluto”. Si presentano, cercando di stringerti la mano e in men che non si dica stanno già aggrovigliando dei fili sul tuo polso per “abbellirlo” con un braccialetto dell’amicizia. Anche loro o cercano di derubarti o, sfacciatamente, ti chiedono soldi.
Come aggirarli? Usando il buon senso. Basta aspettare che si crei della folla attorno ad uno o l’altro lato delle scale e approfittare della calca per passare indisturbati. Non siamo state fermate e abbiamo potuto continuare la nostra discesa fino al grazioso carosello. Proprio di fronte abbiamo trovato Felicité.
Ci ha conquistate con la sua facciata rosa e la piccola pasticceria in vetrina. Entrate, anche il benvenuto ed il servizio ci hanno fatto una buona impressione ma è stato il gusto dei croissant e dei macaron ad averci conquistate. Un locale che vi consiglio per una pausa durante il vostro viaggio o weekend a Parigi, a piedi o meno.
Parigi dall’alto e il Marais
Camminare a piedi in quel di Parigi non ci ha stancate e, anzi, cariche dalla colazione, siamo arrivate a piedi fino ai famosi centri commerciali: Primtemps e le Galeries Lafayette. Ne abbiamo approfittato per cercare di capire da quale terrazza ci fosse la vista migliore ma la verità è che da Primtemps è difficile riuscire a godersi il panorama a meno che non si consumi qualcosa in uno dei locali con accesso ai balconi. Mentre alle Galeries, la visita alla terrazza è completamente gratuita e non solo si vede il simbolo di Parigi, la Torre Eiffel, ma si ha una bellissima vista sull’Opéra Garnier.
Proprio da quest’ultima abbiamo continuato ad esplorare la città, fino ad arrivare al Palais Royal. Altro posto che non avevo mai visto prima di allora, dove ho apprezzato moltissimo i piccoli giardini annessi. Anch’essi protagonisti di scene di Emily in Paris. Infatti, di fronte ad una delle uscite dei giardini si trova Place de Valois dove sono ubicati gli uffici di Savoir, oh pardon, dell’Agence Grateau.
Il passo per arrivare al cuore del Marais è stato breve. Anzi, per caso da Place de Valois ci siamo ritrovate alla Bourse de Commerce e a Les Halles. Avessimo vissuto a Parigi, avremo comprato non so quanti ninnoli e mobili antichi al mercato del quartiere.
Abbiamo poi proseguito per Rue Rambuteau alla ricerca di un locale per pranzo e, invece, ci siamo ritrovate davanti il Centre Pompidu. Anche questo è stato un altro luogo nuovo di Parigi per me.
Altra nuova esperienza? Gustare una dune blanche!
Una piccola coccola al costo di 1€ l’una. Una vera e propria droga per gli amanti dei dolci: piccole palline soffici, ricoperte da granelli di zucchero all’esterno e da panna montana all’interno. Volevo provare quelle di Chez Pascal, le più famose di Parigi e vi giuro che dopo sarei tornata a comprarne altre mille ma mi sono fermata ad una.
Infatti, l’idea era di fermarci da qualche parte per una sosta e fare un pranzo leggero. Siamo così finite a Le Pain Quotidien, una catena famosa in Francia che ha anche alcuni punti vendita a Londra.
Dopo una mattinata ed un primo pomeriggio a camminare quasi non stop, abbiamo ponderato se continuare a macinare chilometri e approfittare della vicinanza a Notre Dame o prendere la métro. Alla fine, stanche, abbiamo sgarrato e abbiamo usato il mezzo più veloce per tornare a Rue Monge.
Parigi insolita a piedi: la Grande Mosquée
A pochi passi dal nostro hotel c’era un luogo che avrei voluto tanto visitare. Ancora poco turistico ed “insolito” da visitare, nel cuore del V arrondissement trovate la Grande Mosquée de Paris.
Mantenendo il rispetto, non abbiamo visitato gli interni così da lasciare spazio ai veri fedeli. Abbiamo invece fatto un giro nei bellissimi giardini, curati, dove il glicine era in fiore e il suo colore lilla faceva da contrasto al pavimento e le pareti a mosaico sui toni del verde acqua. Un’oasi di pace dove si viene catapultati in Oriente, dimenticandosi che si è invece a Parigi.
Una deliziosa crepe in Rue Lacépède è stata la sosta perfetta prima di tornare in camera. Qui, ci siamo preparate alla nostra ultima sera a Parigi. Avremmo potuto andare di nuovo in centro e invece ci siamo cambiate e abbiamo improvvisato un photoshoot al tramonto, sui balconi nella nostra stanza.
Per cena abbiamo esplorato gli altri locali di Rue Lacépède che si ricongiunge a La Mouffe, dove abbiamo scelto Papillon, un ristorante di cucina giapponese. Ci è sembrato di passare una delle nostre serate a Cardiff, solo che stavolta eravamo a Parigi.
Inoltre, tradizione vuole che in viaggio andiamo anche in un locale di shisha. Così, dopo il ristorante siamo andati a Chicha La CinQ dove il proprietario ci ha anche offerto il tè marocchino. Siamo tornate in hotel contente e piene di ricordi di un weekend a Parigi vissuta a piedi indimenticabile ma pronte per tornare a Cardiff il mattino dopo.
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Classe 1990, viaggiatrice entusiasta, appassionata di fotografia, siciliana ed expat in UK dal 2014. Ti racconto dei miei viaggi in coppia, dei luoghi della mia terra e di come riuscire a vivere una vita da expat senza perdere la testa.
Mi piace sempre esplorare le capitali europee a piedi, lentamente, per scoprire gli angoli più suggestivi. Parigi è una destinazione che purtroppo ancora non ho raggiunto, quindi tengo buoni i tuoi suggerimenti!
Sono stata a Parigi in gita scolastica alle superiori. Ricordo con emozione quei momenti trascorsi in compagnia dei miei compagni di classe. Da anni mi ripeto che sarebbe il momento di tornare e visitare tutto con calma. Avevo anche abbozzato un programmino, sarebbe ora di rivederlo, prenotare qualche museo e partire…
Sicuramente troverai una Parigi cambiata ma non per questo meno bella o con angoli ancora tutti da scoprire.
Anche io avevo visitato Parigi in un weekend, rigorosamente a piedi! Indicativamente ho visto gli stessi posti e posso confermare che è magica da visitare così!
Avevo fatto scoppiare mia mamma, poverina però. In una giornata, 40mila passi!
Pure noi stavamo scoppiando, è l’effetto Parigi xD
Ormai viaggio spesso con lo zainetto in giro per le capitali europee anche solo per 48 ore. Sono d’accordo con te, quando torni in un posto dopo la prima volta è come andare a trovare un vecchio amico.
Mi sono resa conto, leggendo il tuo articolo, che non salgo a Montmartre da davvero tanti, tantissimi anni e non sapevo assolutamente che ormai gli artisti di strada fossero stati relegati ai lati perchè nei miei ricordi erano davvero tantissimi!
Ora che mi hai messo la pulce nell’orecchio credo che passerò di nuovo a visitarla quando sarò a Parigi.
Ogni volta è un colpo al cuore, io ricordo la prima volta che la piazza era loro e solo loro e adesso invece… si spegne uno dei simboli di Parigi.
L’ultima (delle tante) volte che ho visitato Parigi è stato a marzo dell’anno scorso e come dici tu, dopo aver visto già tutte le attrazioni principali, non ti resta che godertela e camminare. L’anno scorso percorremmo tutto il lungofiume dal Louvre alla Torre Eiffel, sembrava non finire più ma mi sono goduta ogni passo fatto. Bellissima!
Non ci siamo beccate per pochissimo allora, perché noi siamo andate ad Aprile!
Sai che proprio un paio di notti fa ho sognato di essere a Parigi? Più che altro però era un incubo perché non trovavo nessun posto dove mangiare ???? A parte questo, è una città che conosco davvero poco e vorrei rimediare. Questo itinerario a piedi mi ha fatto sognare a occhi aperti: camminare è secondo me il modo migliore per esplorare una città e per conoscerla davvero.
Può essere un incubo anche nella realtà se cerchi un posto che non sia per turisti xD
Ah ah allora c’era un po’ di verità nel mio incubo ????
Un weekend a Parigi è un’esperienza indimenticabile, e esplorare la città a piedi è un modo perfetto per immergersi nella sua cultura e storia.
Ci torno spesso a Parigi e ogni volta la adoro. Mi piace passeggiare senza meta nei quartieri meno turistici e scoprire il suo fascino. Il mio quartiere preferito è il Marais
Anche io amo molto il Marais!
Parigi è una di quelle città che non stanca mai, il meglio lo vivi effettivamente dopo la prima volta quando si accantona la frenesia.
La dune blanche me l’ero persa!
Io l’ho scoperta pochi mesi prima di andare a Parigi, e una volta là, non ho potuto resistere alla tentazione!
Sono tornata a Parigi proprio l’anno scorso dopo tanti anni, e mi sono ricreduta, mi è piaciuta tantissimo e l’ho trovata anche molto ordinata e pulita. E girarla a piedi è sempre un’ottima idea per scoprire tutti i migliori scorci.
La prima volta è sempre uno shock, lo è stato anche per me. La seconda però ti entra dentro!
Parigi va assolutamente visitata a piedi! Benché sia splendidamente collegata dalla metro e non solo, il fascino di questa città è proprio nei suoi vicoli, nelle sue strade pazzesche, nelle botteghe nascoste che non ti aspetti. Che bella Parigi!
Vero, ci tornerei ogni anno e prendermi il lusso di esplorarla in questa maniera ogni singola volta.
Le città mi piace esplorarle a piedi, perdendomi di quartiere in quartiere, soffermandomi a guardare la gente che passa, hai descritto un bellissimo tour a piedi di Parigi.
Grazie mille!
Diversamente da te (e da parecchie altre persone) non amo molto Parigi. Non posso dire che sia brutta, sarebbe una bugia, ma è una città che non riesce a toccarmi in profondità come Londra, per esempio.
Non a tutti piacciono le stesse destinazioni e va bene così, anzi, ben venga!