viaggiare con la mente
Viaggiare con la mente

Viaggiare con la mente #48

Un nuovo mese di letture vuol dire solo due titoli super diversi tra loro. Dopotutto, le vostre due autrici sono molto diverse tra loro, così come i loro gusti in fatto di libri.

Passiamo così da un libro che tratta di relazioni a un giallo che tiene incollati alle pagine.

La proposta di Veronica

Un bistrot dove parlare d’amore, Claire Renaud

Una sera in un piccolo bistrot nel cuore di Parigi, si ritrovano dieci coppie, ognuna al proprio tavolo. Alcune si sono appena conosciute, altre sono in lieta attesa, altre ancora sono sul punto di lasciarsi.

Tra un’ordinazione e l’altra Marion e Cyril, rispettivamente cameriera e barista, osservano, ascoltano, commentano, e si muovono sulle note di un valzer delle emozioni che li spinge tre passi avanti e due indietro.

Una scena apparentemente banale. Quella sera, però, gli ospiti hanno fatto seriamente la loro parte su tutti i tavoli di questo piccolo ristorante. Perché quando i piatti si svuotano, i sentimenti sepolti riemergono. Le verità vengono alla luce e cadono le maschere. E tutti, in un modo o nell’altro, finiscono per pagare il conto.

🕮

Dieci capitoli per dieci pietanze francesi diverse, tutte succulenti e che vi lasceranno l’acquolina in bocca. Ad ogni tavolo una coppia: che si sfascia; che aspetta un bambino; al primo appuntamento o all’ultimo. Storie che scopriamo in un capitolo, seduti al tavolo con loro.

Tra i presenti, i due veri protagonisti di queste storie, il collante del libro: Marion e Cyril. La prima scostante e misteriosa, il secondo positivo e pronto a raccogliere ogni briciola che Marion libera. Scopriamo capitolo dopo capitolo le loro storie personali, tifando per un lieto fine.

Ho trovato il libro molto carino, scorrevole. Alcune storie erano meglio delle altre ma ça va sans dire, il culmine è proprio alla fine.

Potete aggiungermi su Goodreads per leggere in anteprima le mie recensioni e sapere cosa sto leggendo al momento. 

 

La proposta di Rainbow

Osservatore oscuro, Barbara Baraldi

Baraldi osservatore oscuro

Aurora Scalviati è la profiler nata dalla penna di Barbara Baraldi, che in questo secondo romanzo della saga torna agli onori della cronaca. Trasferita da Torino alla bassa emiliana dopo un brutto incidente durante un’operazione, che è costato la vita al suo compagno, Scalviati non si lascia relegare al lavoro d’ufficio, ma è sempre pronta ad agire.

Stavolta, però, non è lei in prima persona a buttarsi nell’avventura, ma ci viene trascinata suo malgrado. Il suo nome è stato tatuato su un cadavere ritrovato nel cimitero di Bologna, e gli investigatori vogliono vederci chiaro: Aurora è stata tirata in ballo, o è coinvolta?

In questo secondo volume, Aurora non dovrà soltanto vedersela con il killer, ma dovrà andare a ripescare nel suo passato, fino alla morte del padre, per venire a capo dell’enigma.

Affascinata dal primo volume, ho deciso di recuperare subito anche il secondo. Anche se ogni libro è pensato per essere letto da solo, con il caso in corso, vi consiglio di buttarvi su questo titolo solo se avete già letto “Aurora nel buio”. Per quanto eventuali riferimenti al primo capitolo della saga siano spiegati anche qui, credo che il modo migliore per apprezzarlo sia conoscerli già. I riferimenti al caso del Lupo Cattivo o al passato di Aurora sono fondamentali per venire a capo non solo dell’enigma, ma anche per capire molte delle scelte della protagonista durante le indagini. Il giallo in sé è molto ben costruito, anche se sinceramente ho preferito il cattivo del primo volume. Mi è sembrato più tridimensionale di questo, con le sue scelte e le sue azioni. Comunque una lettura obbligata, anche solo per tuffarsi nei volumi successivi scritti dalla Baraldi, sempre nel suo stile avvincente e ricco di colpi di scena.

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