Viaggi e cibo è il connubio perfetto. Imparare a conoscere un paese tramite la sua cultura enogastronomica è uno dei piaceri più soddisfacenti di un viaggiatore. Attraverso un piatto infatti si può scoprire una parte di storia del luogo, a volte qualche fatto interessante su un personaggio del passato o più semplicemente una nuova ricetta che porteremo a casa come souvenir.
E visto quel calderone culturale che è l’Europa, ho chiesto alle mie colleghe travel blogger di creare un calendario attraverso alcuni dei piatti tipici dei paesi del vecchio mondo. Tra ricordi e cibo confort abbiamo creato un tour gastronomico dell’Europa sperando di ispirare la vostra prossima meta prendendovi proprio per la gola.
Tour gastronomico dell’Europa tra Inghilterra, Islanda e Norvegia
Lo Sticky Toffee Pudding Inglese da mangiare a Gennaio
Contributo di Simona, Una Soffitta per Due
Questo dolce, dal nome un po’ buffo, è considerato un grande classico della cucina britannica. La traduzione letterale è “budino appiccicoso al caramello” ma, va subito detto, che non ha niente a che fare con l’idea italiana di budino. In realtà il termine pudding in UK viene usato per indicare una ampia varietà di dolci al cucchiaio ed anche alcune pietanze salate. L’origine dello Sticky Toffee Pudding è dibattuta. Ci sono infatti due contendenti al titolo di creatori della fortunata ricetta: lo Sharrow Bay Hotel nel Lake District e l’Udny Arms Hotel nell’Aberdeenshire. Sebbene la sua creazione sia relativamente recente (verso la metà del ‘900), è diventato uno dei più iconici e popolari dolci britannici. Voci di palazzo dicono che sia uno dei dolci preferiti da Kate Middleton.
Si tratta di un dolce composto da un pan di spagna soffice ed umido, arricchito di datteri e ricoperto da una salsa al caramello. Viene servito caldo accompagnato da vanilla custard (una sorta di crema pasticciera liquida) oppure dal gelato alla vaniglia. Personalmente lo preferisco con il gelato: il contrasto caldo/freddo lo rende particolarmente appetitoso. Come avrete intuito dagli ingredienti, non si tratta di un dolce né leggero né tantomeno ipocalorico. Ecco perchè è soprattutto adatto nei freddi mesi invernali o nel tardo autunno. Magari gustato in qualche pub della campagna inglese, di fronte ad un camino acceso, ed accompagnato da un bicchierino di sherry.
Specialità culinarie islandesi per riscaldarvi a Febbraio
Contributo di Silvia e Davide, Bagaglio Leggero
Ah, Reykjavík! Dico a te, sì. Il tuo profilo basso stagliato sull’acqua, l’imponente campanile di cemento della
Hallgrímskirkja, la sagoma vichinga di lucido acciaio che dal lungomare parla di terre da scoprire… come
faranno tutti quelli che da qui noleggeranno un’auto – meglio se 4×4 – per lanciarsi sulla Ring road a caccia
di geyser, vulcani e ghiacciai.
Piccola capitale del nord estremo: peccato che in molti faranno a gara per scappare via da te quanto prima,
tanto è forte quel richiamo, appunto, di geyser, vulcani, e via dicendo.
Lasciatelo dire: è un peccato! Perché da te c’è da divertirsi, da scoprire, da vivere eventi e manifestazioni
culturali e… da mangiare cose buonissime.
Certo, anche tu non rendi le cose facili al turista di turno, con tutte quegli inquietanti piatti del passato,
come lo squalo fermentato o la testa di pecora! Quando, invece, di meraviglie culinarie da te se ne possono
assaggiare in quantità!
Tanto più che la bontà si nasconde nella semplicità. Prendi l’unico piatto servito dal ristorante più famoso
d’Islanda: l’hot dog di Bæjarins Beztu Pylsur. Sì, proprio così: un hot dog. Certo, il suo nome parla chiaro: il
miglior hot dog in città. E così è: specie se lo si prende classico, cioè “con tutto”.
Il che significa: (base agnello, con maiale e manzo), pane, cipolle caramellate (uno sballo), cipolle crude,
senape, ketchup e remoulade, una maionese insaporita.
C’è bisogno di altro? No.
Ah sì, dimenticavo: meglio ricordare che, anche se lo chiamano ristorante, Beztu è a tutti gli effetti un
baracchino, e si trova a due passi dal porto.
Lo smørbrød di Bergen, Norvegia da gustare a Marzo
Contributo di Silvia, The Food Traveler
Spesso, quando penso a una città in cui sono stata, la prima cosa che mi viene in mente è un piatto. Il suo sapore, il suo aroma, la sua consistenza. Se penso a Bergen, città lungo la costa sudoccidentale della Norvegia, la prima immagine che ho davanti agli occhi è quella del porto. Una giornata di marzo in cui piove – Bergen d’altra parte è la città più piovosa d’Europa – e con quell’aria frizzante tipica dei paesi del Nord. La gente cammina spedita verso casa ma trova il tempo di fermarsi a una delle bancarelle del Fisketorget. Quella al mercato del pesce è stata una delle mie prime tappe in città, e senza dubbio uno dei posti dove sono tornata più spesso. Ad attirarmi come un’ape allo zucchero è lo smørbrød, il panino aperto diffuso un po’ ovunque nei paesi dell’Europa del Nord.
Si tratta di un piatto molto semplice, spesso consumato come spuntino ma, nelle versioni più ricche, come pasto completo. Tradotto letteralmente, smørbrød significa “tavolo di panini” perché in origine si prendeva una fetta di pane di segale su cui si spalmava uno strato sottile di burro salato e poi si guarniva a piacimento con tutta una serie di ingredienti messi a disposizione in tavola nelle case di contadini e pescatori. Salmone affumicato, aringa marinata, polpa di granchio o carne di renna essiccata: la scelta dell’ingrediente principale è ampia e varia a seconda della stagione ma, ancora oggi, la ricetta di base è rimasta pressoché la stessa. Al tutto si aggiunge un po’ di salsa, qualche sottaceto per l’acidità e un ciuffetto di aneto, e il pasto è servito.
Se chiudo gli occhi e penso a Bergen, ho un ricordo molto nitido: il profumo del mare e il sapore ruvido di uno smørbrød ai gamberi di fiume.
Tour gastronomico dell’Europa tra Spagna, Germania e Finlandia
Aprile è l’ultimo mese per goderti i Calçot catalani
Contributo di Roberta, A Mind Full of Travels
Se stai pensando di visitare la Catalunya nei mesi tra dicembre e aprile, non puoi perderti un piatto piuttosto tipico di questa regione spagnola. Sto parlando dei cosiddetti Calçot. A vederli non ci daresti un euro, ma ti assicuro che sono il piatto tipico preferito per una serata con gli amici e un buon bicchiere di vino.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Stiamo parlando di una verdura, ovvero di una grande cipolla verde dalla lunghezza media tra 15 e 25 cm. La radice invece ha un diametro di 1,7-2,5 cm.
Per farti un esempio, questi cipollotti sono molto simili ai porri.
Come vengono cucinati i Calçot? Di solito vengono disposti sopra a un barbecue e quindi vengono grigliati. Per renderli molto soffici all’interno, vengono arrotolati con carta da giornale. Una volta pronti vengono serviti e mangiati ancora caldi. Sono accompagnati da una salsa tipica chiamata salvitxada. Essa è composta da pomodoro, peperoni, aglio, aceto, olio e mandorle.
Come hai potuto intuire, è un piatto davvero semplice. Ma ti assicuro che fare un barbecue in compagnia e mangiare questo piatto tipico, è un buon modo per vivere il viaggio come un vero locale!
A Maggio non puoi perdere gli Spargel tedeschi!
Contributo di Ilenia, Writing Mora
„Cucina tedesca?! Ma mangiano solo crauti e patate!” No, mi dispiace deluderti – la cucina tedesca è molto più di questo. Da quando vivo in Germania ho infatti cominciato a scoprire una parte di questo Paese che noi italiani snobbiamo senza troppe cerimonie: la cucina tradizionale tedesca e, soprattutto, quella bavarese. La Baviera è infatti la mia casa da ormai 5 anni e con le sue tradizioni, feste di paese e persone si è guadagnata un posto nel mio cuore. Questa regione infatti ha molto più da offrire dell’Oktoberfest e delle sue birre chiare.
Parlando di gastronomia, ti voglio presentare un ingrediente che mai ti aspetteresti di trovare nella cucina tradizionale tedesca: l’asparago, Spargel, il protagonista della stagione primaverile. Ma dimenticati quelli verdi che si trovano in Italia – qui nella Germania del sud troverai gli asparagi bianchi, molto più grandi e dal gusto delicato. Vengono coltivati sotto terra in cumuli coperti da grandi teli, ecco perché l’asparago non prende la sua naturale colorazione verde, risultante della fotosintesi. Gli asparagi, accompagnati da una salsa olandese e qualche patata bollita, diventano un degno contorno per piatti tradizionali di carne o pesce.
Puoi trovarli anche come ingrediente principale in insalate, zuppe, torte salate e addirittura al McDonald: nella famosa catena di fast food quest’anno si può assaggiare il Big Spargel Hollandaise, il panino con punte di asparagi bianchi e salsa olandese. Ovviamente è disponibile solo qui in Germania e solo durante la Spargelzeit, la stagione degli asparagi, che si chiude ufficialmente il 24 giugno. Se quindi farai un viaggio nel sud della Germania durante la primavera, vai oltre il solito stinco di maiale e assaggia un piatto a base di Spargel, gli asparagi bianchi dal sapore delicato.
I piatti tipici finlandesi durante la festa di mezza estate di Giugno
Contributo di Anna, Profumo di Follia
Nel mese di giugno in Finlandia si celebra una festa molto speciale che si chiama Juhannus e prende il nome da San Giovanni Battista. Si tratta di una festa molto sentita ed importante che festeggia il solstizio d’estate, a cui sono legate molte tradizioni e leggende finlandesi anche magiche. Si dice, ad esempio, che una fanciulla in età da marito sognerà il futuro sposo se infilerà sette fiori sotto al cuscino prima di addormentarsi.
Juhannus si festeggia il venerdì e il sabato che cadono tra il 20 e il 26 giugno. Molti finlandesi ne approfittano per passare il weekend nel cottage sul lago, il tradizionale mökki. A Juhannus si beve una cifra, si fa la sauna, si sta insieme e in alcune parti della Finlandia si prepara un falò che nel passato serviva a cacciare via le streghe.
Immancabili i piatti tipici del Juhannus: si beve il sidro, che è una bevanda alla frutta, e si preparano grigliate di carne e pesce per preparare il juhannusbrunssi, cioè il brunch di Juhannus. A fine pasto c’è lei, la tradizionale torta di fragole di Juhannus. Si tratta di una torta semplicissima racchiusa in un trionfo di panna e decorata con le fragole, ma non c’è una ricetta fissa. C’è chi la prepara con una base di biscotti e chi usa la meringa, chi ne fa più strati e chi la fa sottile. Buonissimaaaa!!
Tour gastronomico dell’Europa tra Portogallo, Lituania e Austria
I tipici Pasteis de Nata portoghesi da assaporare a Luglio
Contributo di Eleonora, Avventure Ovunque
Anche a distanza di anni, quando ripenso al nostro viaggio on the road in Portogallo, ricordo distintamente il sapore dei pastéis de nata. Solo a parlarne un momento mi pare quasi di sentire di nuovo in bocca il gusto della crema calda, il delizioso aroma della cannella appena spolverata sulla superficie, il calore di quei perfetti pasticcini appena sfornati. Erano così buoni che appena finiti ne ordinammo altri!
I pastéis de nata sono sicuramente tra i cibi più famosi del Portogallo, ma se vengono chiamati anche pastéis de Belém un motivo c’è: è infatti in questa zona della capitale lusitana che furono inventati. Secondo la tradizione i monaci del Monastero dos Jerónimos utilizzavano gli albumi delle uova per inamidare le loro tonache e avevano quindi grandi quantità di tuorli avanzati. Iniziarono allora ad impiegarli per preparare dolci e crearono queste deliziose tortine di pasta sfoglia ripiena di crema. Quando poi il monastero fu chiuso, fu una pasticceria poco distante ad acquistarne la ricetta, ancora oggi custodita gelosamente, e portare avanti la tradizione. Chiaramente ormai questo dolce si può gustare ovunque in Portogallo, ma secondo me vale davvero la pena di affrontare la lunga fila e fermarsi a provare la versione “originale”.
Dato che in estate fa molto caldo, e posso garantirlo per esperienza dato che noi ci siamo stati ad agosto, penso possa essere forse maggio il momento perfetto per una visita a Lisbona e una scorpacciata di pastéis de nata. La bella stagione, i colori allegri del Portogallo, le atmosfere rilassate e una merenda a base di dolcetti caldi dopo aver ammirato le bellezze di Belém. Non mi viene in mente nulla di meglio.
Saltibarciai, la zuppa fredda più fashion della Lituania, perfetta per le calde giornate d’Agosto
Contributo di Emanuela, This Must Be The Trip
Avete mai sentito parlare della Saltibarsciai, meglio conosciuta come zuppa rosa della Lituania?
La Saltibarsciai è una pietanza molto fresca che troverete nei menù dei ristoranti di Vilnius e della Lituania. Si tratta di una vera e propria zuppa, servita rigorosamente fredda, a base di kefir che assume il colore rosa che la rende così tanto fotografabile grazie al suo ingrediente principale: la barbabietola rossa!
La ricetta, semplicissima e super veloce, non richiede ingredienti particolari o difficili da trovare in commercio, quindi può facilmente essere riprodotta a casa. Ma, vi starete chiedendo, che sapore ha? Grazie alla barbabietola dall’aroma dolce, mista ad alcuni aromi come l’aneto e ad un pizzico di cipolla o cipollotto insieme al latte di kefir, la zuppa rosa lituana risulta molto piacevole, delicata e rinfrescante. Un piatto dal gusto particolare e, decisamente, unico. Ovviamente, se non si è amanti della barbabietola, non è proprio la prima cosa che vi suggeriremmo di provare in Lituania!
La Saltibarsciai viene, in genere, preparata prevalentemente d’estate e accompagnata oltre che con un uovo sodo anche con delle patate lesse, servite come contorno. Curiosi di provarla?
Canederli e Prügeltorte austriaci da gustare a Settembre
Contributo di Federica, Istantanee di Viaggio
Mangiare in Europa è quasi sempre una gioia. Trovo che i piatti tradizionali degli stati europei siano, il 90% delle volte, davvero ottimi.
I miei preferiti? Ultimamente ho davvero apprezzato quelli della cucina Austriaca. Lo scorso anno, a Settembre, sono partita per un viaggio on the road alla scoperta di questo splendido stato e delle sue tradizioni culinarie.
Che dire, ne sono rimasta piacevolmente sorpresa e ci sono alcuni piatti che vorrei proprio consigliarvi di assaggiare!
Il primo è un piatto salato tipico del Sud Tirolo: i Canederli o Tiroler Knödel. I canederli sono degli “gnocchi” di pane e vengono preparati in diversi modi, quelli in foto sono canederli di spinaci e parmigiano cotti in padella col burro. Dire che sono fotonici è dire poco.
Il secondo piatto invece è un dessert e, anche lui arriva dal Tirolo Austriaco. Questo dolce tipico si chiama “Prügeltorte” e la sua ricetta si tramanda da generazioni.
Questa “ciambella biscottata” è formata da diversi strati di pastella. Viene preparata su un rullo che ruota su un fuoco aperto e, mentre la pastella gocciola e si cuoce, diventa dorata. Il risultato è a dir poco delizioso 😉
Spero che, se ne avrete l’occasione, apprezzerete l’Austria e la sua cucina tanto quanto me!
Tour gastronomico dell’Europa tra Francia, Repubblica Ceca e Ucraina
Ricordi d’ottobre con il Boeuf Borguignon francese
Contributo di Angela, In Giro con Angela
Era ottobre 2015. Trovare un ristorantino libero nei Quartieri Latini a Parigi fu quasi un’impresa. E quando ci sedemmo la fame si faceva sentire, soprattutto dopo un’intera giornata passata in giro per musei e strade bellissime. Lessi il menù e, da buona amante di vino rosso, fui subito attratta da un nome: Boeuf Borguignon. Lo ordino, volevo provarlo. E non me ne pento nemmeno oggi: il Boeuf Borguignon o manzo alla borgognona è uno dei piatti che esprimono meglio la sofisticata cucina francese.
Si tratta di uno stufato di manzo cotto con verdure, odori e vino rosso, solitamente Pinot Noir, il re della Borgogna. Il gusto intenso e deciso di questo manzo stufato lo ricordo ancora adesso.
Il Boeuf Borguignon ha origine contadina: è una ricetta sontuosa, gustosa e ricca in calorie e sapire. Auguste Escoffier lo ha riportato in auge, fino a farlo diventare uno delle punte di diamante della nouvelle cuisine francese.
Ecco la ricetta:
1,2 kg di carne, 2 bottiglie di Pinot Nero, una per la cottura, l’altra per accompagnare, 1 carota, 1 sedano, 1 cipolla, 5 spicchi di aglio, 2 rametti di timo, 2 foglie di alloro, sale e pepe, 70 grammi di farina, 2 cucchiai di olio, 670 grammi di burro, 120 grammi di lardo o bacon o pancetta, 300 grammi di funghi champignon, 2 bicchieri di brodo di manzo, prezzemolo, 1/2 bicchiere di brandy, 12 piccole cipolle (le borettane sarebbero il top), il succo di 1/4 di limone.
A me il Boeuf Borguignon ricorderà per sempre quella sera di ottobre a Parigi, ai Quartieri Latini, dopo una giornata in una delle più belle città al mondo.
Gelato a Novembre? Certamente ma solo nel Trdelník di Praga, Repubblica Ceca
Durante il mio viaggio a Praga, ho mangiato diversi piatti tradizionali che si fondevano con la cultura enogastronomica dei paesi vicini alla Repubblica Ceca. Tra tutti spicca l’Ungheria ed infatti è possibile trovare tantissimi posti che fanno del buonissimo gulash servito in forme di pane rotonde, oppure i più classici knedlíky, polpette di pane e patate bollite e servite con diversi tagli di carne.
Eppure l’influenza ungherese non si nota solo nelle portate principali ma anche nei dolci. Il più famoso è sicuramente il trdleník, o più comunemente chiamato trdlo. Impronunciabile ai più, in Italia è conosciuto come manicotto di Boemia e a Praga ne sentirete l’odore, e ne vedrete la forma, ovunque nella parte vecchia della città.
La sua forma conica è ottenuta arrotolando l’impasto a dei rulli meccanici che, una volta posizionati sulla griglia, roteano meccanicamente. Il manicotto viene quindi fatto cuocere sopra a del carbone scoppiettante e, una volta cotto, lo si passa in un misto di zucchero e cannella e fatto riposare sulla griglia, lontano dal carbone stavolta. Può essere farcito in diversi modi: crema, gelato, nutella, frutta e persino combinarle fra loro. Esisterebbe anche una versione salata, noi purtroppo non siamo riusciti a trovarla da nessuna parte. Vi garantisco però che per pochi euro, il prezzo varia infatti da 60 a 110 corone (quindi dai €2,30 ai €4), riuscirete a riempirvi con un solo trdlo, tanto che noi un tardo pomeriggio dopo averne mangiato uno, abbiamo preferito saltare la cena perché ancora sazi!
I Nalesniki ucraini da assaporare a Dicembre
Contributo di Simona, Oltre Le Parole Blog
Se penso ai piatti tipici della cucina ucraina, i Nalesniki sono I primi a venirmi in mente. Li ho provati per la prima volta a casa della mia amica Silvia, a Ternopil. Era dicembre ma, stranamente, c’era davvero poca neve. Stando a Silvia, l’inverno meno freddo e innevato che abbiano mai avuto in Ucraina. Eppure quelle due settimane per me furono incredibili. Conobbi tutta la famiglia di Silvia, ritrovai amiche che in Italia non erano tornate più e assaggiai piatti gustosi che per me restano indimenticabili.
Chi pensa che la cucina ucraina sia fatta solo di zuppe si sbaglia di grosso. Esistono i Syrniki, i Vareniki, il Kholodet, la buonissima torta Spartak, le tante insalate a base di barbabietola e formaggi e poi loro, i Nalesniki. Ne mangiai così tanti che da allora, anche se in realtà non è esattamente così, per me Dicembre in Ucraina si traduce con Nalesniki!
Ma cosa sono dunque? Si tratta di crespelle farcite e ne esistono varie versioni, proprio in base a ciò che si decide di usare per la farcitura. La mia versione preferita è quella che prevede l’uso del pollo, cotto lentamente in brodo, in modo da tenerlo tenero, e poi tritato molto finemente. Una volta farcite le crespelle vengono piegate a fazzoletto e ripassate in padella con un filo di burro. Buonissime e anche leggerissime, al contrario di quanto si posa pensare!
Ricordo ancora la sorpresa della mia amica che mi vide provare letteralmente tutti i loro piatti tipici, leccarmi i baffi e avere addirittura un piatto preferito. Da allora, sia in Ucraina che in Italia, ogni volta che vado a trovarla non mi fa mai andare via senza aver mangiato i miei amati Nalesniki!
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Classe 1990, viaggiatrice entusiasta, appassionata di fotografia, siciliana ed expat in UK dal 2014. Ti racconto dei miei viaggi in coppia, dei luoghi della mia terra e di come riuscire a vivere una vita da expat senza perdere la testa.
Che piatti davvero particolari che non conoscevo! Belle idee da provare nei prossimi viaggi.
Sono quasi le 23.. ho cenato presto. Può essere considerato un valido motivo per cenare una seconda volta?? Voglio assaggiare un Calçot e lo voglio ora!
Tutti piatti super curiosi, viva la varietà!!
Certo, lo spuntino di mezzanotte è stato inventato proprio per questo motivo (o forse no ma noi ce la racconteremo cosìahahah)!!
Bello bello bello questo articolo! se dovessi fare un pranzo con tutto quello c’è elencato sceglierei settembre, ottobre e novembre .. decisamente i miei almeno preferiti per viaggiare e fotografare .. che bontà!
I mesi autunnali hanno quel confort food che amo anch’io!
Molto interessante questo tour gastronomico perché mi avete fatto scoprire piatti tipici che non conoscevo… vogliamo parlare della zuppa rosa? La ordinerei solo per poterle fare una foto!!
Decisamente una zuppa molto Instagrammabile!
Articolo davvero interessante!
Tra questi, ricordo con affetto i Pasteis de Nata ❤️
E proverei sicuramente la zuppa rosa! Incredibile con quel colore!
Gnam! Molto interessante questo tour gastronomico per l’Europa! Ci sono ancora tantissime specialità che devo assolutamente assaggiare, partendo dai Nalesniki ucraini!
Alcune sono davvero curiose e gustosissime!
Scegliere è particolarmente difficile. Infatti ci vorrebbe un tour dal vivo per provarli tutti. Però ammetto che adesso è il piatto della Norvegia ( che non so scrivere ahaha) che mi alletterebbe proprio! Grazie per avermi ospitata sul vostro blog ragazze. E’ sempre bellissimo collaborare con voi e spero che ci sia presto o ccasione per conoscerci e vederci dal vivo! Un grande abbraccio a voi <3
Hai ragione, Simo, un tour di qualche mese per esplorare le bellezze culinarie e non di ogni paese sarebbe il massimo!
Grazie a te per il tuo contributo e speriamo davvero di poterci vedere dal vivo presto! <3
Davvero interessante questo articolo, ho scoperto molte specialità che mi piacerebbe assaggiare! È stato davvero un piacere collaborare a questo progetto ????
Grazie a te per il tuo contributo!
Ma che bello questo viaggio culinario per ogni mese dell’anno! Ho scoperto piatti e prelibatezze che non conoscevo, come la zuppa rosa lituana! Che bello viaggiare e scoprire la cucina locale, io non mi tiro mai indietro!
Si impara tanto di una cultura anche attraverso il gusto!
pazzesco! l’itinerario dei sogni! Ammetto che la gastronomia di Norvegia e Svezia mi sia sempre particolarmente piaciuta, ma non disdegnerei neanche il resto!
Un tour sensoriale 😉
Un bel tour goloso, non c’è che dire! Ovviamente io non manco mai la stagione dei calçot per ovvie ragioni, ma quando si è parlato di Bergen e del Fisketorget ovviamente mi è venuto in mente il salame di balena che ho provato! Buono, devo dire, anche se mi è costato parecchio assaggiarlo!
Avevo letto proprio da te del salame di balena mi sa!
Grazie per avermi ospitata 🙂 ho fatto male a leggere il post di prima mattina perché adesso mi si è aperta una voragine nello stomaco. Stavo per dire che vorrei provare lo smørbrød, ma la zuppa rosa lituana per me ha vinto il premio di “piatto da provare il prima possibile”!
Grazie a te per il tuo contributo, quella torta mi ha messo una voglia di dolci incredibile!
Secondo me ho un problema, anzi due: ho sempre fame, e assaggerei tutti questi piatti. Non uno al mese ma tutti in un pasto, almeno un assaggino!
Ma d’altra parte sono curiosa quando si tratta di cibo. Forse potrei fermarmi di fronte alla zuppa rosa perché è un colore un po’ insolito. Sarebbe invece molto interessante assaggiare i piatti islandesi visto che quello è un paese in cui sogno di a andare da tempo.
Grazie mille per avermi dato la possibilità di partecipare ????
Team ho sempre fame, presente ahahahah Io li assaggerei un po’ tutti, anche se non garantisco di riuscire a finirli!
Grazie a te per aver partecipato <3