DISCLAIMER: I Manuali di sopravvivenza sono volutamente ironici e sopra le righe. Non vanno presi (troppo) sul serio.
Per qualcuno è l’arrivo dei 18 anni, con la patente e il diritto di voto.
Per altri è il momento in cui vai a vivere da solo e impari a cavartela tra affitto e bollette.
Altri ancora pensano che quel momento non arrivi mai davvero.
È il momento in cui diventi adulto. Per me essere adulti ha un significato ben preciso: saper usare la lavatrice.
Infanzia
Quando sei piccolo la lavatrice è quella cosa ingombrante che sta in mezzo al bagno, sulla cui superficie si poggiano gli oggetti più disparati: dalla Settimana Enigmistica ai vestiti sporchi passando per le bomboniere sgradite. Sai che quella cosa ingombrante lava i vestiti, ma non sai come arrivano dal cestino dei panni sporchi alla lavatrice, e poi sullo stendino e infine magicamente nel tuo armadio. Sai soltanto per sentito dire (di solito da tuo padre) che la lavatrice è quell’essere malvagio che ha preso le sue canottiere bianche e le ha fatte diventare rosa.
Adolescenti
Con l’arrivo della pubertà prendi consapevolezza del fatto che la lavatrice effettivamente non è un’entità senziente, ma che funziona solo attraverso la sua sacerdotessa sacra, meglio nota come tua madre. Madre che ci terrà a ricordarti quanto le costi la lavatrice ogni volta che metti a lavare qualcosa. Non si sa per quale motivo, quando sei adolescente la lavatrice diventa selettiva: è in grado di rovinare SOLO ED ESCLUSIVAMENTE le tue magliette preferite, lasciando intatta quell’obbrobrio regalato dalla zia, una maglia leopardata con la scritta “Glitter queen” in pailletes. Quella resiste pure se la lavi a 90 gradi per due giorni di fila.
La prima lavatrice…
…non si scorda mai. Per fortuna abbiamo a disposizione quella meravigliosa guida alla vita che è Wikihow. Dove basta cercare “come si fa la lavatrice” per avere a disposizione una guida dettagliata. Quindi ti metti davanti a quell’aggeggio del demonio, guardi dubbioso i vari programmi alla ricerca di quello più adatto con in mano una tanica di detersivo tutto in uno. Sbaglierai.
Le buone intenzioni
Quando inizi a fare la lavatrice da bravo adulto responsabile vuoi fare le cose per bene. Inizi a separare bianchi, scuri e colorati, compri i detersivi adatti. Segui religiosamente le indicazioni di lavaggio di ogni capo indicate sull’etichetta. Usi tutti i programmi che la tua lavatrice ti mette a disposizione e ti sembrano pure pochi. Selezioni accuratamente la temperatura e i giri per la centrifuga, la carichi nel modo giusto, fai manutenzione regolarmente.
Come va a finire
Nel giro di due anni lavi tutto insieme, a 40 gradi, sempre con lo stesso programma. I vestiti delicati che andrebbero lavati a 30? Si arrangeranno, in questo mondo difficile solo i più forti possono sopravvivere. Ogni tanto qualche maglietta ne paga le conseguenze e finisce in pezzi, ma è giusto così. Il programma di lavaggio rapido diventa il tuo migliore amico. Ti dici che lo fai perché ci tieni all’ambiente e non vuoi sprecare corrente, la verità è che entro 15 minuti devi essere sul treno, quindi non hai tempo per la lavatrice. L’ecosostenibilità al servizio della vita frenetica. Il tuo detersivo preferito diventa “quello in offerta”. ORA sei un adulto.
Tutto il resto è noia
Candeggina? Ammorbidente? Smacchianti? Additivi igienizzanti?
La vostra Rainbow viene da una casa dove si usava una quantità di prodotti specifici per la lavatrice. Casa in cui NON HA IMPARATO assolutamente niente. Metto l’ammorbidente perché mi piace il profumo che lascia sui panni, e la candeggina delicata perché mi pare di aver capito che pulisca a fondo i panni. Se la tovaglia è in condizioni pietose con le macchie di sugo mi passo una mano sulla coscienza e ci metto lo smacchiante. Ma negli anni ho conosciuto gente che in lavatrice usa solo il detersivo ed è sopravvissuta benissimo anche così.
Terrorismo social
Andava tutto bene, fino a che TikTok non ha deciso di propormi tutta una serie di contenuti di influencer pro lavatrice che hanno distrutto qualsiasi mia certezza. Non so se vi siano capitate scrollando i social, ma si tratta di persone che in pratica ti dicono che qualsiasi cosa tu stia facendo con la tua lavatrice, sbagli e la stai distruggendo piano piano.
I cicli brevi? Non puliscono.
Le palline profumate? Vanno messe nel cestello con tutto il tappo.
I lavaggi a bassa temperatura? Lasciano residui di detersivo.
Gli asciugamani? Vanno lavati a minimo 60 gradi. Anche se su quelli della vostra Rainbow c’è scritto che sopportano solo i lavaggi a 40 gradi.
Con tutti gli errori che ho scoperto di aver commesso col lavaggio panni, come minimo il Covid è colpa mia. Ho corretto i miei sbagli? Ovviamente no.
Post lavatrice
Una volta fatta la lavatrice si passa a stendere i panni (facile), rientrarli quando sono asciutti (intermedio), piegarli e farli tornare nell’armadio (impossibile). Personalmente, vivo lo stendere i panni come una cosa zen. C’è chi fa le strisce di sabbia nel proprio giardinetto zen e chi impila le mutande sulle ali dello stendino. L’unica cosa che mi fa correre a rientrare i panni può essere la pioggia improvvisa, per tutto il resto rimangono sullo stendino dai 5 ai 7 giorni lavorativi. Prima di venire regolarmente piegati, fanno almeno una decina di passaggi tra letto-tavolo da cucina-letto in base ai momenti della giornata. Prima o poi si piegheranno da soli per fare prima.
Ah e comunque scherzavo. Diventate adulti nel momento in cui capite che il Coccolino è il miglior ammorbidente.
Ciao, sono Rainbowsplash, e mi definisco “un gavettone di colori”: mille passioni, mille cose da fare (sempre in zero tempo) e un sacco di buonumore. Scrivo per passione e per professione. Qui sul blog trovate le mie avventure da fuorisede, i miei consigli a tema beauty e i miei manuali semiseri di sopravvivenza. L’ho già detto che ho mille hobby?
Ohhhh, finalmente un po’ di sacrosanta verità sulla lavatrice, amica e nemica, amore e odio, croce e delizia. Pur avendo qualche anno più di te, mi sono rivista perfettamente nella tua dissertazione sull’elettrodomestico più indispensabile e utilizzato in casa mia ma anche su quello che riesce a farmi ribollire il sangue nelle vene. E alla fine mi riduco proprio al lavaggio 40°C, “dentro tutti, ragazzi e ragazze, che vada come deve andare”. Ora mi sento meno sola!
Se un capo non sopravvive al lavaggio a quaranta gradi in mezzo a milioni dei suoi simili, non merita di stare nel mio armadio! Ahahah
Ammetto, con un po’ di arroganza e tanto orgoglio, di essere una maga della lavatrice. Ma va detto che vengo da una casa in cui si stirano anche le mutande e le calze (ed è tutto collegato). Immagina la gioia quando mia madre mi ha chiesto di lavarle una maglia di lana perché temeva di rovinarla 😏
Io provo sincera ammirazione per chiunque abbia scelto di imbarcarsi in quella follia che è lo stirare ahahah