Manuali di sopravvivenza

Sopravvivere al Carnevale da adulti

DISCLAIMER: I Manuali di sopravvivenza sono volutamente ironici e sopra le righe. Non vanno presi (troppo) sul serio.

Si dice spesso che il Natale sia una festa che piace soprattutto ai bambini: arriva Babbo Natale, due settimane di vacanze da scuola, dolcetti, regali e attenzioni di tutti i tipi. Gli adulti, che sono quelli che costruiscono la magia del Natale per figli e nipoti, di solito si vivono il periodo natalizio come una fonte di enorme stress.

Però c’è una festa ancora più snobbata dagli adulti e amata dai bambini: il Carnevale.

Le età del Carnevale

Quando sei bambino, Carnevale significa costumi, stelle filanti e scherzi di discutibile gusto. Crescendo si passa alle serate in discoteca, ancora una volta di discutibile gusto.

Da adulti senza prole, il Carnevale diventa una festa completamente ignorata, e ci si rende conto di trovarsi nel periodo delle maschere solo perché i costumi e i coriandoli sono ovunque, pure dal fruttivendolo.

Solidarietà ai genitori

In questo difficile periodo, tutta la mia solidarietà va ai genitori che devono subirsi la ricerca del costume perfetto per i figli, organizzarsi con gli altri genitori per la sfilata di classe, ripulirli con un’idropulitrice quando tornano a casa ricoperti di coriandoli e schiuma.

Altrettanta solidarietà va ai bambini coi genitori che non hanno capito il costume che volevano e ora si trovano ad andare in giro vestiti da “Little Tony” al posto di “Little Pony”.

Chiacchiere, frappe, bugie…

Una teoria del complotto vuole che tutti questi siano nomi di diversi dolci tipici di diverse regioni. L’interpretazione più condivisa è che il dolce è sempre lo stesso, ma cambia nome in base alla regione di appartenenza. E qui posso confermare: dopo aver vissuto i primi 19 anni della mia vita chiamandole chiacchiere, adesso le chiamo abitualmente frappe, ma il sapore è sempre lo stesso. Sapere che lo stesso dolce ha nomi diversi mi ha però creato un trauma irreversibile. Ogni volta che entro in pasticceria, indico quello che voglio attraverso la vetrinetta perché ho paura di scoprire che i dolci della mia infanzia nel Lazio hanno un altro nome.

Costumi per adulti

Mean Girls recitava “Nel mondo delle ragazze, Halloween è via notte dell’anno in cui una ragazza può vestirsi come una vera troia e nessun’altra ragazza può dirle niente”, e questo vale anche per Carnevale.

Facendovi un giro tra i costumi, scoprirete che quelli per uomini sono una versione triste e plasticosa di Batman, il pompiere o lo scienziato pazzo. Quelli da donna, invece, devono per legge avere qualcosa di sexy. Costume da infermiera? Infermiera sexy. Costume da poliziotta? Poliziotta sexy. Costume da banana? Banana sexy.

Serate in discoteca

La vostra Rainbowsplash da giovane ha passato più volte il Martedì Grasso in discoteca, unendo due delle cose che preferisce fare: ballare e vestirsi come una completa deficiente. Ho smesso quando l’età media era così bassa che sembravo una maestra che portava in gita i propri allievi. Per quanto le serate in discoteca possano essere divertenti in costume, sembrano essere relegate alla fascia di adolescenti.

Cene di Carnevale

Gli adulti che festeggiano il Carnevale organizzando una cena in maschera a casa di qualcuno proprio non li capisco. A che serve vestirsi in maniera discutibile se nessuno può vederti mentre ti umili? La parte bella del Carnevale è proprio trovarsi faccia a faccia con dei completi estranei, e condividere i costumi imbarazzanti pensando al giorno dopo, quando ti sentirai in imbarazzo per te stesso. Umiliarti davanti ai tuoi amici non vale: di sicuro ti hanno visto in situazioni peggiori.

Il Carnevale serio

Chiunque passi il Carnevale a Venezia, o ne approfitti per ammirare i carri allegorici in questa o quella città, ha la mia più completa stima. Quella è gente che ha preso sul serio il Carnevale, sono i Ronaldo del Carnevale. E noi qui a comprarci il costume da telefono anni 90 siamo solo dei disperati ad una partita di calcetto tra amici.

Martedì Grasso

In teoria Martedì Grasso dovrebbe essere un giorno di feste e abbuffate. Ma in un mondo frenetico, festeggiare di martedì significa svegliarsi il giorno dopo con dei postumi mica da ridere. Probabilmente per quello da adulti ci perdiamo un po’ il senso e la gioia del carnevale, arrivando a inventarci feste alternative tipo il Sabato Grasso, più in linea con i ritmi lavorativi.

Scelta molto discutibile, comunque. Se la festa è martedì, è giusto festeggiare di martedì. Mica spostiamo il Natale nel weekend quando siamo più comodi, no? 

A voi piace ancora festeggiare il Carnevale? Io vorrei tanto, ma non ho idea di come si chiamino sti benedetti dolci, che ne ordinerei volentieri un paio per martedì grasso.

4 pensieri su “Sopravvivere al Carnevale da adulti”

  1. Da bambina adoravo il carnevale, poi è arrivata l’orribile età delle medie dove non sai più chi sei e travestirsi da maschera è da sfigati… aggiungici il fatto di essere stata rincorsa per tutto il paese da un cretino con una bomboletta di schiuma da barba e il mio amore per il carnevale è scemato all’improvviso

    1. La schiuma mi aveva rovinato un cappotto appena comprato, quindi capisco perfettamente

  2. Odio il Carnevale da quando ero bambina, credo per due motivi. Il primo ricordo risale all’asilo, quando volevo il costume da fatina e mi sono ritrovata vestita da Arlecchino. Poi alle elementari, sono andata con i miei a vedere una sfilata di carri e in quella ressa mi sono sentita mancare e sono svenuta davanti a tutti. Che figuraccia!
    Oggi la sola cosa positiva sono appunto i dolci, che qui in Piemonte si chiamano “bugie”.

    1. Pensa che io da bambina non so come sono finita vestita da DUMBO! Le foto di me con quel costume lasciano trasparire tutto il mio disagio ahahaha

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