Vita da Expat

Life Abroad: Burocrazia – Quali documenti servono per iniziare?

Vivendo all’estero, basta poco per far sì che gli altri vi vedano come dei veterani del luogo in cui avete scelto di vivere, non importa se abbiate messo piede in terra straniera da un giorno, una settimana, un mese o un anno; per gli altri voi sarete il punto di riferimento a tutte le domande che gli frullano per la testa dalla più stupida <ma l’italiano lo parlano lì?> al come trovare lavoro, come sono gli stipendi, le case, <ed il bidet? Lo hanno il bidet?>
Spesso chi chiede questo genere di informazione si divide in due categorie: i curiosi a cui non interessa davvero come va la vita fuori dall’Italia ed anzi, troveranno qualsiasi pretesto per dirvi che la situazione nostrana resta migliore e che dovremmo far ritorno in patria a tutti i costi e chi invece vede la possibilità di un futuro con i vostri occhi.
Si affidano a voi per capire come muoversi, cosa serve e soprattutto se ne vale la pena.

Spesso si indora la pillola quando si risponde a questo genere di domande, si lasciano da parte gli aspetti più duri, i sacrifici, ma la verità è che nessuno ti regala niente e che se non hai idea di dove iniziare, le fregature sono dietro l’angolo.
Quando sono arrivata a Londra, non avevo idea di cosa bisognasse per iniziare a lavorare, per trovare un appartamento, di come ci si dovesse muovere nel mondo degli adulti. La mia unica esperienza fuori casa era stata l’università ma avendola fatta a pochi passi da casa, avevano sempre pensato a tutto i miei tra contratti di affitto e soldi da uscire. Persino la postepay da ricaricare non avevo idea di come si aprisse o di come funzionasse, lasciavo fare tutto a loro e me ne sono pentita vivamente quando mi sono ritrovata in UK senza la minima idea di cosa fare. Le uniche informazioni che avevo erano state prese online e non erano di certo d’aiuto.

Mi sono però rimboccata le mani e tentando, tra le varie chiamate per cercare un appartamento ed un lavoro, mi sono imbattuta in un’agenzia che mi ha aiutata a fare il curriculum più adatto (scoprendo dopo che non era il migliore format che si trovava in giro), trovare un lavoro e soprattutto prendere appuntamento per il NINo e per aprire un conto in banca. Parole che mi suonavano così distanti da tutto ciò che conoscevo.

Ad esempio non avevo idea di cosa fosse il NINo, avevo solo un indirizzo e un appuntamento a cui andare con i miei documenti. Nessuno mi aveva spiegato cosa stessi andando a fare, ma inesperta qual’ero e fidandomi troppo, mi sono presentata al Job Centre di Camden Town all’ora stabilita e mi sono messa in fila finché non hanno chiamato tutte e dieci le persone che avevano appuntamento alla stessa ora. I funzionari all’interno hanno già il tuo nome e cognome ma ti chiederanno comunque di compilare dei moduli con i tuoi dati anagrafici, il tuo attuale indirizzo, la data di entrata nel Regno Unito. Una volta compilati, ti chiederanno di aspettare finché non ti faranno salire al piano superiore per fare la tua interview, colloquio faccia a faccia con un altro funzionario che ti chiederà le stesse domande sopracitate e i tuoi documenti: passaporto o carta d’identità in corso di validità, un contratto di casa e un contratto di lavoro se lo hai. Quest’ultimo io ancora non lo avevo ma il contratto di casa e il mio passaporto sono bastati, la signora con cui ho fatto il colloquio tra l’altro era molto gentile e, a richiesta, parlano lentamente di modo che tutte le informazioni siano recepite al meglio. Mi ha così spiegato che il NIN sta per National Insurance Number, un numero che ha la funzione di farti pagare le tasse, farti lavorare in UK nel rispetto della legge e farti pagare i contributi pensionistici. Un numero paragonabile al nostro codice fiscale, unico per ognuno di noi e che arriva solitamente entro quattro settimane dal colloquio.

Ma come si prende appuntamento per il NIN se non si conosce nessuno?
Dopo anni che sono qui e avendo aiutato molti amici e parenti con i documenti che servivano al trasferimento all’estero; un po’ di cose le ho imparate anche senza affidarmi più a nessuno.
Prima di tutto si deve chiamare un numero di telefono al quale risponderà una voce automatizzata. Il numero è 08456000643, dovrete chiamarlo da un numero inglese, altrimenti non prenderanno in considerazione le chiamate.
Se non avete dimestichezza con la lingua, ricordate che tra le opzioni che vi daranno, di premere prima 1 ed alle successive opzioni premere nuovamente 1 di modo che verrete messi in contatto con un operatore. Le domande saranno sempre le stesse

  • Nome e cognome:
  • Data di nascita;
  • Data di arrivo nel Regno Unito;
  • Indirizzo di residenza nel Regno Unito, con il codice postale;
  • Disabilità fisiche o mentali che possono influire sul lavoro;
  • Motivo per il quale state richiedendo il NIN (“to work in UK” è la risposta migliore da dare);
  • Stato civile;
  • Numero di telefono inglese.

Vi daranno successivamente data e orario dell’appuntamento a cui vi consiglio caldamente di arrivare mezz’ora prima per essere prudenti, e un indirizzo del Job Centre che loro ritengono più vicino a voi e che ha la disponibilità più immediata.
Una volta preso appuntamento, vi verrà spedita una lettera a casa che varrà come prova che avete preso appuntamento al NIN e che vi permetterà di iniziare a lavorare ed aprire un conto in banca, che è  il nostro passo successivo.

Notate bene: possono anche passare più di 20 giorni prima di riuscire a fare il colloquio e dovrete aspettare almeno quattro settimane per il NIN.

Come scegliere la banca migliore? Ammetto candidamente che ancora oggi non so rispondere a questa domanda. Quando ho dovuto scegliere, quella che vedevo più spesso era la Barclays, stessa banca a cui la famosa agenzia che mi aveva preso appuntamento per il NIN, si appoggiava. La ragazza con cui avrei fatto il colloquio poi parlava perfettamente italiano e, visto che le questioni bancarie non erano il mio forte, la cosa giocava a mio favore.
Le domande e i documenti per il colloquio sono quasi uguali a quelli del NIN: un documento d’identità in corso di validità, meglio se passaporto; il contratto di casa; la lettera del NIN o il vostro NIN se lo avete già ricevuto. Vi chiederanno le vostre generalità, se avete altri conti aperti in UK e quanto pensate di rimanere nel Regno Unito (la risposta migliore è  a tempo indeterminato, per fargli capire che potreste essere potenziali clienti a lungo termine e loro saranno più propensi ad aprirvi un conto bancario). Una volta appurato che siete validi candidati per la loro banca, vi spiegheranno qual è  la migliore carta che fa al caso vostro e cercheranno di vendervi altri prodotti come l’assicurazione sulla vita o seconde carte di credito. Dite no a tutto all’inizio, soprattutto per non incappare in costi aggiuntivi che non volete pagare a fine mese e che non rientravano nelle vostre spese.

Vi verrà proposta una carta di debito: equivale al nostro Bancomat e prevede l’addebito immediato delle spese sul proprio conto corrente bancario. Nessun costo aggiuntivo, la carta arriva nel giro di cinque giorni lavorativi all’indirizzo che voi fornirete come vostra residenza e nello stesso tempo vi arriverà un’altra lettera contenente il vostro pin. La carta ha validità triennale e viene automaticamente rinnovata poco prima che vi scada, per questo se cambiate indirizzo, dovrete sempre contattare la banca e fargli sapere la nuova residenza.

Adesso siete pronti a trovare un lavoro, pagare le tasse, aver accreditati i soldi nella vostra carta di debito e stare legalmente in UK.

66 pensieri su “Life Abroad: Burocrazia – Quali documenti servono per iniziare?”

  1. carissima, porta pazienza! 🙂 Io mi chiedo come molti pensano di trasferirsi e non hanno neppure idea dei documenti necessari. poi vanno sui gruppi di FB e tutto quello che gli interessa e’ sapere se c’? la pizza, la pasta ed il bidet! vabbe con sto articolo hai sfondato una porta aperta con me ! 🙂 Feci un articolo simile circa 3 / 4 weeks fa, e quando invio il link a chi cheide info, mi sento rispondere “non ho voglia di leggere”. vabbe !

    1. Oddio, mi sa che eravamo negli stessi gruppi di disagiati perch? la prima cosa che gli italiani (ignoranti) chiedono ? proprio la pizza pi? buona, perch? non hanno il bidet ecc. Tra l’altro proprio gli stessi che chiedono info, sono quelli che non sanno usare google altrimenti ci sarebbero molti meno post stupidi.

  2. articolo molto utile..noi stiamo facendo un iter simile in Spagna, dove ci siamo trasferiti da poco ed ? utile aver qualcuno che ti spieghi i vari passaggi (anche se comunque varia da stato a stato)

  3. Consigli utilissimi, io per il momento non ho intenzione di andare all’estero, ma mia cognata si sta per trasferire in Colombia per lavoro, le passo il tuo articolo
    Alessandra

  4. Consigli utilissimi. Io sono fuori ma non intendo trasferire residenza ne altro. Solo viaggiare, lavorando in viaggio da italiana, ma sapere cosa fare nel caso dovessi pensarci, fa sempre bene.

    1. Noi abbiamo trasferito la residenza dopo quasi due anni e mezzo che vivevamo all’estero. Sappiamo di voler rimanere qui ed era la scelta migliore anche a livello tassativo (visto che in Italia i nostri genitori pagavano ancora in minima parte tasse per noi) e in vista della Brexit.

  5. Ciao Veronica, molto utile questo articolo, non avevo mai considerato questi aspetti della burocrazia inglese… Mi immaginavo che l’iter non fosse esattamente tipo:
    “Hey, eccomi, sono arrivato qui per lavorare!”
    “Prego, la stavamo aspettando!”
    per? mi immaginavo che fosse leggermente pi? semplice ?.
    Attualmente un trasferimento in UK non ? nei piani ma… un po’ nei miei sogni lo sarebbe!
    Chiss?, mai dire mai…

    1. Penso che in nessun paese si trovi una burocrazia semplice, la cosa buona qui sono le tempistiche: basta aspettare poco perch? si ottenga qualcosa. In caso di trasferimento, se avessi bisogno, scrivimi pure. 🙂

  6. Ciao lo vedo improbabile Ma se dovessi trasferirmi in UK seguir? sicuramente le tue dritte,ottimo articolo.

  7. Io per un periodo ho pensato di traferirmi nel Regno Unito ??, perch? avevo un?offerta di lavoro. Mi avrebbe fatto di sicuro comodo leggere questo articolo, completo, utile e ben scritto.

  8. A volte davvero passa la voglia visto la burocrazia lenta e piena di scartoffie Ma grazie per i tuoi consigli che saranno sicuramente molto utili a tutti coloro che dovranno affrontare questo problema

  9. Molto utile la tua guida, con informazioni che si devono sapere prima di affrontare questa nuova esperienza. Conosco molte persone a cui avrebbe fatto molto comodo leggere questo tuo articolo, perch?, prese dall’entusiasmo della partenza e del cambio di nazione, si sono ritrovati a dover fare i conti con questi tipi di problematiche e di conseguenza a tornare a casa dopo poco insoddisfatte.

  10. un articolo molto interessante, mi ha fatto piacere approfondire questo argomento, bisogna essere sempre preparate prima

  11. una guida utile se ci si vuole trasferire all’estero ma io amo molto la mia Italia e non mi muovo da qui nonostante tutto

  12. a dirsi mi trasferisco all?estero sembra tutto rosa e fiori, poi una volta che ci siamo come dici tu ci sono mille problematiche da affrontare?? la tua guida sar? utilissima a dei miei amici

  13. Guida utilissima. Io mi sono trasferita in Australia, e ho avuto le stesse tue difficolt?, non ? semplice sapere e fare quelle cose che in italia diamo per scontato, come il codice fiscale, aprire un conto o scegliere il provider per il gas. Me lo segno il tuo post, se mai dovessi trasferirimi in UK.

  14. Grazie per questa guida chiara e dettagliata su come iniziare la propria vita lavorativa in UK. Anch’io come te se mi fossi trasferita appena laureata sarei stata davvero spaesata e credo che il tuo articolo possa essere davvero utile

  15. La burocrazia…che incubo! Conosco persone che si sono trasferite l? e hanno avuto non pochi problemi burocratici. Purtroppo questo ?…ma sempre buono avere una guida sotto mano!!!

  16. Spesso ho pensato anche io di voler andare via, poi la vita mi ha portato verso altri orizzonti. Ho letto con piacere il tuo articolo e le tue spiegazioni, nei tuoi panni mi sarei sentita davvero spaesata e smarrita, della tua esperienza hai fatto tesoro e credo che sia utile a chi vuole fare un’esperienza come la tua!

  17. Ho pensato spesso anche io a trasferirmi in UK ma poi tra una cosa e l’altra ho sempre rimandato, alla fine mi sono trasferita in Alto Adige: anche se tanti pensano sia in Italia ? molto diversa ed ? quasi come vivere all’estero! Molto utile la tua guida, metti caso che un giorno decida di fare un salto oltre la Manica….

  18. Aspettando gli sviluppi della Brexit, sto facendo anch’io un pensierino a trasferirmi in England con figlia adolescente al seguito. E si, gli aspetti burocratici noiosi ma importantissimi. Grazie! ?

  19. Girer? l’articolo ad una mia amica che sta seriamente valutando di trasferirsi, perch? in Italia non trova lavoro. Guida molto chiara, esaustiva, sicuramente molto utile a chi vuole cambiare paese. Tra l’altro pensavo fosse tutto molto pi? semplice, e invece…

  20. A volte si parte e non si sa neanche cosa si deve fare per riuscire a vivere in un paese straniero. Bisognerebbe che ci fossero delle guide come questa in tutti gli informagiovani

  21. Ma quante volte ho sentito queste domande su bidet! Lol Purtroppo la burocrazia ? dappertutto e prima di partire all?Estero bisogna sempre informarsi

  22. Se le domande che ti fanno sono proprio quelle (italiano e bidet) non abbiamo di fronte dei grandi geni….. A parte la battuta l’articolo ? molto utile soprattutto per me che ambisco ad andare a vivere o nel Nord della Francia o nel sud dell’Inghilterra… La burocrazia non esiste solo in Italia, a quanto pare, ? bene avere le idee chiare.

    1. Non lo sono in effetti, ma trovi un sacco di casi umani all’inizio! ahah
      Se mai avessi bisogno e ti trasferissi in Inghilterra, fammi sapere 🙂

  23. L’aspetto burocratico ? sempre quello preso meno in considerazione quando si inizia a pensare ad un periodo di vita all’estero eppure ? uno dei primi elementi che scoraggiano le persone. Quindi articoli come questi sono preziosi perch? ci mettono di fronte alla realt? pi? “pratica e fastidiosa” per tempo e ci aiutano cos? a non perdere l’entusiasmo

  24. Grazie per il tuo articolo molto utile! Purtroppo la burocrazia di un Paese straniero va sempre affrontata e non sempre ? facile (io l’ho provato in Venezuela, un vero e proprio casino). Pensa che io mi innervosisco quando devo fare il visto per andare in vacanza, figuriamoci tutti i documenti per poter lavorare legalmente e pagare le tasse in un altro paese! 😉

  25. Queste informazioni sono preziose! Non avevo idea di tutto questo ed ? sempre bene essere informati, nella vita non si sa mai. 🙂

  26. Con la Brexit sar? ancora uguale? Cambieranno i protocolli di migrazione? Ho sempre sognato di andare a vivere in Inghilterra.

    1. Guarda con la Brexit si dovr? fare il settled status per chi ? gi? qui. Se mai volessi trasferirti, credo che il passaporto sar? d’obbligo cos? come una visa, al momento ? comunque tutto molto vago.

  27. Un articolo molto interessante, per l’Inghilterra e Londra sono gi? ben informata, ma ? vero che spesso quando so che qualcuno abita in uno specifico luogo mi viene da chiedere milioni di cose, ma per lo pi? per curiosit? 🙂

    1. Io adesso vivo in Galles, a Cardiff, la burocrazia alla fine resta la stessa, si deve solo cambiare indirizzo su tutti i documenti ogni volta che ci si trasferisce. Se avessi domande, contattami pure! 🙂

  28. Credo che il Nin sia qualcosa di simile a quello che in America chiamano numero di previdenza sociale, ma non ci giuro.
    Ho dei cugini che vivono a Londra e ammetto che la loro decisione di trasferirsi che all’epoca ci parve azzardata, oggi ci sembra solo coraggiosa e sicuramente azzeccata.

    1. S?, il NIN ? proprio il numero di previdenza sociale, un po’ come il nostro codice fiscale diciamo.
      Io sono partita cinque anni fa dove c’era il boom degli italiani all’estero e, sinceramente, per quanti momenti no ed alti e bassi ci siano stati, farei questa scelta ancora e ancora.

  29. La prima volta preparare tutti i documento ? stata un’impresa visto che non ero per niente preparata. Se questo articolo fosse uscito mesi fa mi avrebbe salvato la vita!

  30. Anch’io come te non conosco le pratiche burocratiche nemmeno qui in Italia, figurati all’estero. Sei stata bravissima, se dovessi andare in Uk terr? a mente i tuoi consigli.

  31. Ho trovato il tuo articolo davvero un’utile guida per chi decide di trasferirsi in UK. Ad esempio, io non sapevo neppure cosa fosse il Nin. Ora invece ho capito qualcosa di pi? riguardo alle prime cose da fare nel caso mi dovessi trasferire.
    Maria Domenica Depalo

  32. Per fortuna esistono queste agenzie che aiutano gli stranieri a cercare lavoro. A volte si pensa sia tutto come qui in patria e invece… Chiss? se anche in Italia esistono posti del genere.

    1. Ma in realt? queste agenzie cercano di fregarti alla fine, ti trovano lavori con italiani che non pagano le tasse; appartamenti in brutte zone e in case che sono pi? topaie. Le uniche cose buone sono solo l’appuntamento per il NIN e quello per il conto bancario che, comunque anche senza agenzia, potresti ottenere da solo.

      1. sono d’accordo con te. molte sono gestite da italiani che cheidono soldi, oltretutto, per servizi che qui sono gratuiti. Se entri sul sito del consolato sezione passaporti, vedrai un disclaimer del consolato, dove si dissociano da tali agenzie! ASSURDO!

      2. Sai che non sapevo che sul sito del Consolato le sconsigliassero? Credo sia molto importante fare questi disclaimer e prevenire povere anime dal farsi fregare.

    1. Verissimo, se avessi avuto io stessa una guida del genere, avrei avuto meno grane! Ma dalla propria esperienza, si impara sempre e si pu? aiutare gli altri!

  33. Questa guida ? un piccolo tesoro. La burocrazia non ? mai facile all’estero. Diciamoci la verit?, non ? facile starle dietro quando siamo nel nostro paese e parliamo perfettamente la stessa lingua, figuriamoci all’estero. Grazie alle tue esperienze sei riuscita a creare una piccola guida da custodire. Grazie!

  34. Grazie per questo tuo post molto interessante e dettagliato. Non avevo la pi? pallida idea di come si facesse per andare a vivere in inghilterra, ci sa come cambieranno le cose una volta che la brexit sar? applicata

    1. Al momento si parla solo di fare il settled status per chi vive qui gi? da cinque anni ma credo far? un post al riguardo, grazie per avermici fatto pensare.

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