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Quando i traduttori di Game Of Thrones decidevano i ribattezzare “Estranei” quelli che in inglese sono i “White Walkers” un po’ li capisco. Quale minaccia è più terrificante di un estraneo alle porte di casa tua, in fondo?
Io sono come i gatti. Avete presente quando c’è un estraneo in casa e loro se ne stanno lì in un angolo, sospettosi? UGUALE.
La mia casa è il mio fortino di cuscini. Ogni volta che deve entrarci qualcuno, mi prende l’ansia.
Il tecnico della caldaia è ormai lo stesso da dieci anni. Lo chiamo per nome, gli chiedo come stanno sua madre e la sua fidanzata, lui mi chiede quando tornerò in Puglia per le vacanze. Insomma, un cordiale rapporto di due persone che si vedono un paio di volte l’anno. Eppure, quando arriva la telefonata che fissa l’appuntamento, inizia a prendermi il panico.
Questo, lo ammetto, è palesemente un retaggio della cultura terrona del non far trovare la casa in disordine quando viene qualcuno. Come se il tecnico della caldaia, una volta uscito di casa, scuotesse la testa pensando “Dio mio, aveva il cesto della biancheria PIENO. Ma non si vergogna?”. Al Sud la casa è un tempio, e quando deve accedervi qualcuno di estraneo alla famiglia la si tira a lucido. Pure se si tratta del corriere che ti deve appoggiare il pacco appena oltre la porta.
Quando so che deve arrivare qualcuno, in automatico mi si carica la vista “ospite”. Del tipo “Ok, per me è normale avere un divano pieno di peluche. Ma magari all’ospite daranno fastidio? Li tolgo di lì?” E mi metto a vagare per casa, cercando di renderla il più possibile presentabile.
Poi, anche io ho i miei trucchi. Tipo coprire le cose. C’è una pila di roba sul divano? La copro col copri divano. Si vede ovviamente il montarozzo, ma col copri divano sembra tutto più ordinato. Idem per la maggior parte dei mobili. Che sono coperti da teli e tovagliette varie, con l’unico scopo di evitare il più possibile che si accumuli polvere. Ogni tot lavo i teli e via.
Devo dire che ho sempre preso in giro mia madre, che si preoccupava di presentare la casa al meglio, e a trent’anni mi trovo messa esattamente come lei. Dev’essere una cosa genetica.
Proprio per evitare questo stress, riduco al minimo le invasioni di campo nel mio spazio. La revisione della caldaia me la farei volentieri io, se fossi un tecnico abilitato. Per il resto, sono una piccola maga delle riparazioni domestiche. Questo mi permette sia di risparmiare soldi, sia di dover aspettare il tecnico, sia di dover entrare nella paranoia che il colore delle maniglie dei cassetti non si abbini al tappeto.
Praticamente perdo più tempo a sistemare casa quando aspetto qualcuno che per qualsiasi altra attività nella vita. Anche prima di partire per un viaggio, lascio il più possibile la casa pulita e sistemata. Non lo so, sia mai che i ladri, entrando, siano in imbarazzo per il disordine e rinuncino al loro proposito di rubare qualcosa. Che poi in casa i ladri mi ci sono entrati davvero, e rido a distanza di 4 anni perché la casa era così in disordine che non sapevano dove mettere le mani e alla fine non hanno trovato nulla da rubare. Salvata dal mio stesso disordine.
E per di più, quando sono intervenuti i Carabinieri per controllare l’accaduto e fare denuncia, ho potuto accollare ai ladri la colpa del disordine. Del tipo “Guardate, mi hanno messo tutto sottosopra! Prima qui era ordinatissimo, giuro!”. Quindi probabilmente si sono beccati la denuncia per furto e ribaltamento di casa fuorisede.
So benissimo che mia madre mi direbbe di tenere SEMPRE casa in ordine come se aspettassi ospiti. E questo perché (se siete del sud avrete già completato la frase senza bisogno di leggerla) “Sia mai che capita un’emergenza e ti devono portare in ospedale, arriva l’ambulanza e trova casa sottosopra”.
Al Sud siamo allenati a prepararci al peggio. Siamo pieni sin da bambini di “tenute da ospedale” con mutande e calzini nuovi di zecca, e un pigiama dignitoso. Poi dici che uno cresce con l’ansia e da grande va in terapia.
Ci credo, con tutte le paranoie che ti mettono addosso i parenti.
Ma di questo, come sempre, ne parliamo un’altra volta.
Ciao, sono Rainbowsplash, e mi definisco “un gavettone di colori”: mille passioni, mille cose da fare (sempre in zero tempo) e un sacco di buonumore. Scrivo per passione e per professione. Qui sul blog trovate le mie avventure da fuorisede, i miei consigli a tema beauty e i miei manuali semiseri di sopravvivenza. L’ho già detto che ho mille hobby?