Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. La classica frase che si sente sempre prima di organizzare grigliate, falò, karaoke, Pasquetta, 25 Aprile, 1° Maggio, Ferragosto… Ok, no, forse stiamo leggermente esagerando anche perché poi un anno in cui si può davvero festeggiare Pasquetta con le grigliate c’è mai stato? Noi ricordiamo sempre pioggia!
Sta di fatto che la Pasqua è come la vera apertura della bella stagione. Quella delle prime volte: il primo gelato, il primo bagno, la prima maglietta a maniche corte.
Pur sapendo che Pasqua è appena passata, non potevamo non cogliere l’occasione e darvi il punto di vista di una fuorisede e di un expat su come si vive l’occasione fuori casa. Vi portiamo tra le tradizioni della settimana santa, i festeggiamenti, le chiusure ed ovviamente la scelta dell’uovo di Pasqua che non si è mai grandi per riceverne uno!
Tradizioni di Pasqua nella regione d’origine vs. la città in cui si abita
Punto di vista fuorisede
La cosa che più mi manca della Pasqua pugliese è la pecora di pasta di mandorle. So che è diffusa più o meno in molte zone del Sud, e dove sono cresciuta io è praticamente obbligatorio regalarla ai bambini insieme al classico uovo di cioccolato. In pratica, si provano a mandare i bambini in coma diabetico senza passare per il via. A Roma non le ho mai viste, ma nel paese vicino Roma dove vivo ora c’è una pasticceria siciliana che le fa, e di tanto in tanto mi viene la tentazione di entrare e comprarne una solo per sentire “l’aria di casa”.
Altra cosa che a Roma è veramente poco sentita è la domenica delle Palme: non ci si scambia gli auguri, non si sta in famiglia, non c’è un menu particolare. Quando domenica mia madre mi ha chiamato facendomi gli auguri per le Palme stavo per chiederle “auguri per cosa?”. Mi sto disabituando a festeggiarle.
Punto di vista expat
Potrei benissimo copiare le parole di Rainbow. La domenica delle Palme nel Regno Unito non esiste, così come i dolci di pasta di mandorle che in Sicilia chiamiamo martorana. Eppure pur essendo ormai abituata a passare la Pasqua nel mio paese d’adozione, non finirò mai di stupirmi quanto poco sentita sia questa festività. Badate bene, non intendo che non ci sono addobbi che rimandino a conigli e uova pasquali, perché come ci insegna il Natale, ogni festa ha le proprie decorazioni sfoggiate sia nei supermercati che nei negozi. Intendo proprio a livello di celebrazioni, sono poco o nulla.
La maggior parte delle nostre regioni presenta qualche sorta di processioni o rievocazione storica della morte di cristo durante il venerdì santo. Qui, ovviamente no. Spesso dimentico che le nostre tradizioni variano anche per via del forte aspetto religioso che caratterizza l’Italia.
Però il loro venerdì santo, chiamato good friday, una volta prevedeva la commemorazione dei morti. Era un motivo per rendere omaggio ai propri defunti, andando al cimitero e lasciando fiori colorati ad abbellire le lapidi.
Una delle tradizioni odierne forse più sentite è invece la caccia alle uova. Nella capitale inglese organizzano ogni anno, in diverse parti della città, la caccia alle uova pasquali, rivolta soprattutto alle famiglie che possono far divertite i loro piccoli. In alcune parti del Regno Unito poi, si può assistere a balli e canti attorno ad un palo, dove vengono annodati dei nastri colorati che i partecipanti tengono mentre compiono i passi tradizionali. La settimana pasquale diventa quindi una festa divertente e colorata, contrariamente alle processioni più cupe e funeree cui si assiste nel nostro bel paese
Gli orari a Pasqua contano!
Punto di vista expat
Il Regno Unito non si ferma mai, neanche quando è Bank Holiday. Qualsiasi festa rossa sul calendario, si chiama festa della banca. Ciò vuol dire che tutti gli uffici, banche comprese ovviamente, restano chiuse. Eppure qualcosa di aperto c’è. Solitamente i locali d’intrattenimento, la ristorazione ed alcune sedi dei grandi supermercati restano aperti al pubblico come fosse una giornata lavorativa normale.
Stessa cosa accade quindi a Pasquetta, dove persino i negozi di abbigliamento riaprono. E se vi state chiedendo cosa succeda il venerdì santo, ebbene, è un giorno di lavoro spesso ma con orario ridotto per alcuni posti di lavoro. Immaginate il mio shock che provengo da Trapani e dove il venerdì era sempre e solo dedicato alla processione dei Misteri. Anche se, col senno di poi, anche da noi negozi e ristorazione rimanevano aperti fino quasi alle 23:00 proprio perché tutti i cittadini di Trapani e provincia si riversavano nelle strade per seguire i Misteri.
Punto di vista fuorisede
Accorgersi che è la settimana Santa a Roma e dintorni è davvero difficile. A meno che qualcuno non te lo ricordi, le giornate trascorrono normalmente. Le uniche frenesie si vedono al supermercato e dal parrucchiere. Processioni e riti della Settimana Santa non vengono per niente percepiti dalla collettività, e non ricordo di aver mai visto una processione nel paese in cui vivo. Sapete di cosa mi accorgo sempre, invece? Della Sagra del Carciofo, evento locale che intasa Ladispoli e mi impedisce di trovare parcheggio sotto casa! Come dicevo, la frenesia del cibo è così tanta che a volte i supermercati allungano gli orari di apertura fino alle 21, e lo stesso vale per molte pasticcerie che fanno orario continuato. A Pasquetta molti negozi e centri commerciali sono aperti, come se nulla fosse.
Cosa si porta a tavola?
Punto di vista fuorisede
A Roma il piatto forte è, ovviamente, l’abbacchio.
Che io non mangerei nemmeno se costretta. Ma so perfettamente, avendo passato almeno due Pasque a casa dei miei suoceri romani, che l’abbacchio è preso molto seriamente. Le costolette panate, l’abbacchio intero… ci si potrebbe fare un menu intero, e la questione “scelta dell’abbacchio” è molto seria. C’è chi lo compra intero e lo fa a pezzi, chi lo prende già tagliato, chi si rivolge dal macellaio di fiducia, chi lo prende direttamente da una cooperativa di allevatori… Insomma, restare senza abbacchio rischia di rovinare la Pasqua.
Anche in Puglia l’agnello va forte, ma nella mia famiglia non lo mangia quasi nessuno, quindi di solito a Pasqua consumiamo un sugo di vitello, che mette tutti d’accordo. E se ve lo state chiedendo, sì, scrivere questo paragrafo mi ha dato i brividi. Questa Pasqua, visto che sono da sola, ho deciso di ordinare un intero menu a base di pesce. Rompiamo le tradizioni!
Punto di vista expat
Parlando di cibo, gli inglesi sono molto metodici quando si tratta di tradizioni a tavola. Così come abbiamo visto per Natale, anche per Pasqua tendono a servire della carne arrosto come portata principale con molti contorni vegetali, tra cui patate e carote fra tutti. Ulteriormente accompagnati da salse di accompagnamento.
La carne più usata durante questo periodo è l’agnello, abbinata ad una salsa alla menta semplicissima da fare. Basta portare a bollore dell’acqua, versare della menta tagliata finemente con dello zucchero, far evaporare leggermente l’acqua, allungare con dell’aceto di vino bianco ed è pronta.
Il sapore forte dell’agnello però non è apprezzato da tutti, me compresa. In tal caso i britannici hanno la soluzione pronta: il prosciutto arrosto. Un grosso pezzo di prosciutto o pancetta viene fatto al forno e glassato con il miele. Avete già l’acquolina in bocca?
Infine non può mancare il dolce. A parte il classico uovo di Pasqua di cioccolato che tutti conosciamo, ci sono dei dolci fatti apposta per questa settimana che imbandiscono le tavole inglesi: gli hot cross buns. Piccoli panini dolci soffici con il simbolo della croce sulla parte superiore, a ricordare la crocifissione di cristo. All’interno si trova uva sultanina, pezzi di mela, buccia di limone e cannella. Vengono poi spennellati da marmellata di pesche una volta cotti e lasciati raffreddare prima di essere serviti.
Pasquetta e Uova
Punto di vista expat
Occasioni come la Pasquetta mi fanno rimpiangere l’Italia. La famosa grigliata o la giornata finita in spiaggia come si fa in Sicilia, qui non esiste. Il mio sgomento non si percepisce dietro uno schermo ma sappiate che supera le vostre aspettative. Easter Monday non si passa in famiglia o con gli amici, è un giorno per rilassarsi e mangiare gli avanzi del giorno prima. Al massimo potete fare una bella passeggiata se il tempo vi grazia, nulla più che l’indomani si lavora e dovete smaltire i fumi di alcool che sono corsi a Pasqua. Perché, stereotipo o no, ogni scusa è buona per bere fino a stare male per i britannici.
Fortunatamente, essendo un giorno ancora festivo ed essendo una famiglia di italiani all’estero la mia, compriamo un sacco di carne e la facciamo o in padella o al forno per onorare la Pasquetta tradizionale e sentire l’Italia un po’ più vicina. Ed ovviamente non mancano le uova di Pasqua!
Altra notizia shock: la maggior parte delle uova di cioccolato non hanno la sorpresa! Se ne trovano di varie marche di cioccolato e da un paio di anni in qualche supermercato stanno arrivando anche le nostre uova Kinder, ma di quelle medio piccole. Infatti non si trovano uova più grosse ed arrivano a costare anche fino a £25.
Punto di vista fuorisede
A Roma la Pasquetta vuol dire solo una cosa: GRIGLIATA. In base ai vostri gusti, potete scegliere se farla in spiaggia o al parco o nel bosco, ma il menu non cambia: almeno dodici bestie diverse sull’altare sacrificale della festa. Se la Pasqua si fa in famiglia, la Pasquetta generalmente è dedicata agli amici. Vale più o meno la stessa regola anche al Sud, ovviamente, anche se lì la Pasquetta si fa tassativamente in spiaggia, sperando di riuscire anche a fare il primo bagno della stagione.
Per quanto riguarda le uova di cioccolato, una volta superata l’infanzia è abbastanza raro che i genitori le comprino ai figli (un crimine, se chiedete a me), mentre è molto comune che le coppie se le scambino come regalo. Praticamente un San Valentino 2.0. Grazie a me il mio ragazzo ha ricominciato a ricevere uova di cioccolato, mentre quando io passo la Pasqua in Puglia lo ricevo anche dai miei genitori. Certo, più piccolo e magari di cioccolato artigianale al posto del classico Uovo Kinder, ma mica ci lamentiamo?
Siamo Veronica e Rainbow e insieme siamo le autrici di Lostwanderer.it
Entrambe con la passione per la scrittura, il volerci raccontare e i libri, abbiamo aperto il nostro spazio web nel 2017. Assieme scriviamo a quattro mani la rubrica “Viaggiare con la mente” e “Fuori casa” dove mettiamo a confronto la nostra vita fuori dalle nostre regioni d’origine.
Mi è capitato più volte di festeggiare la pasqua da expat, una volta mentre vivevo a Madrid, invece di tornare in italia (aerei troppo cari per i pochi giorni) sono andata a Lisbona a trovare una mia amica che viveva lì, dove c era a visitarla anche tutta la sua famiglia al completo (più che una pasqua portoghese era una pasqua pugliese????) e una volta in Argentina dove l ho passata in autobus di ritorno dalle Ande. Pensa che persino in Argentina ho trovato un uovo kinder, l ho pagato uno sproposito ma non potevo con comprarlo e festeggiare cosi????
Cosa non si fa per le uova Kinder ahahahaha
Festeggiare le festività fuori casa è sicuramente qualcosa di triste, soprattutto perchè manca vivere quelle tradizioni particolari e tipiche della propria famiglia e della propria città natale.
Purtroppo c’è chi si è dovuto adattare come Rainbow e chi abituare come me che spesso non posso scendere in Italia comunque.
Essendo anche io una expat nel Regno Unito ho letto con molto interesse l’articolo ! Tuttavia devo dire che io percepisco molto meno le differenze: la mia Pasqua qui non è molto diversa da quella che trascorrevo a Bologna. L’unica cosa che mi manca sono le sorprese dentro l’uovo di Pasqua: che peccato che da queste parti non le mettano!!! ????
La caccia a tesoro delle uova la farei molto volentieri. Credo sia una delle cose più divertenti della Pasqua fuori sede, anzi forse l’unica ahaha. Io, da buona ragazza del sud, non potrei mai rinunciare a tutte le tradizioni del mio paesello. La rappresentazione della domenica delle palme con la famiglia vestita a festa, la messa delle11 e il pranzo che si studia già da settimane. E poi la processione del venerdì in cui si recita letteralmente tutta la via Crucis dall’inizio alla fine, con tanto di crocefissione finale. E ancora a seguire la processione raccolta, quella con le fiaccole verso il sepolcro. E la famiglia intera che si riunisce a tavola la domenica di pasqua. Una confusione immane! Eppure qualcosa a cui, potendo, non rinuncerei mai. Quando lavoravo in hotel, purtroppo, i “festivi” per me erano sempre lavorativi. Da due anni che sono a casa, invece, non ci si può riunire. Le tradizioni sono la parte che comincia a mancarmi davvero più di tutto. Forse perché sono proprio loro a dare il via a tutta una serie di cose: il tempo insieme, gli abbracci, le risate, l’aiuto reciproco. <3
I festivi in cui si lavora sempre li conosco bene! Tra il lockdown ed il nuovo lavoro questi sono i primi anni in cui invece sono libera ed è una sensazione stranissima. Spero che già da questo natale si possa passare di nuovo le feste insieme, festeggiando anche quelli che ci siamo persi.
Gli ultimi due anni “a casa” ci ha sempre regalato il sole o comunque non la pioggia che ci ha permesso di grigliate in giardino.. qui da me non ci sono manifestazioni di rilievo.. le classiche funzioni religiose vengono svolte in modo pacato
Gli unici due anni che non potevamo festeggiare in effetti c’era un sole assurdo!
Posso immaginare quanto manchi la grigliata di Pasquetta in Inghilterra perché da due anni siamo obbligati a saltarla anche qui in Italia. Mancano, soprattutto, gli amici perché la grigliata di Pasquetta non si fa mai senza di loro e vuol dire sempre gruppo!
Hai proprio ragione, spesso non sono gli ingredienti o i regali a rendere bella una festa ma le persone con cui la si passa.
Leggendo il vostro articolo pensavo che questa “disabitudine” al festeggiamento sta colpendo anche il nord Italia. Pochi decori, pochissima aria di festa. La Settimana Santa e la Domenica delle Palme sono scivolate silenziosamente tra le zone colorate delle regioni. Dobbiamo ricominciare a “onorare le feste” anche in Italia.
Sicuramente l’isolamento e il passarlo soli in casa non aiuta ma sono sicura che quando si potrà di nuovo festeggiare tutti insieme, lo si farà alla grande.
Sapevo che le uova negli USA non potevano contenere la sorpresa per legge (non esistono neanche gli ovetti Kinder), ma che fosse così anche in UK non avevo idea… La sorpresa è la parte più bella, quando si è bambini (da grandi la parte più bella è il cioccolato, chiaramente!)
Credo ci fosse la stessa legge in UK ma forse è stata cambiata perché da qualche anno si trovano anche le nostra uova Kinder.
Inizio rispondendo alla domanda iniziale: sì, ci sono stati nel due anni in cui ha Pasquetta il tempo è stato bello, il 2020 e il 2021 in cui al massimo si poteva accendere un fuoco sul balcone. Mi sento vicina a entrambe perché qui in Piemonte vi sentireste un po’ expat e un po’ fuori sede perché a parte la grigliata del lunedì, per il resto la Pasqua passa abbastanza inosservata: niente processioni, niente piatti particolari, niente festeggiamenti speciali. A parte la tradizionale colomba dolce. Ora però muoio dalla voglia di provare la pecora di pasta di mandorla!
In effetti è vero, gli unici due anni dove stavamo a casa, una bastardata assurda!!
Se vai in Sicilia, chiedi della frutta martorana che ormai trovi tutto l’anno, super buona ed è fatta allo stesso modo dell’agnello di Pasqua.
Fantastico! Mi piacerebbe un sacco partecipare ad una caccia al tesoro delle uova, sono quelle cose che vedi sempre nei film!
Anche noi quest’anno abbiamo passato la Pasqua lontano da casa, nel più profondo nord delle Dolomiti dove però le tradizioni religiose sono molto sentite. La domenica di Pasqua infatti le famiglie si ritrovano per pranzare assieme e l’agnello è il piatto forte (ah, grazie per la ricetta della salsa di menta, la proverò di certo), le campane suonano a festa a tutte le ore e anche molte attività commerciali erano chiuse.
Non siamo credenti quindi tutta la parte religiosa per noi ha poco appeal, ma le uova di cioccolato con le nocciole ce le siamo regalati subito!
Quella più famosa è ad Hampstead, a Londra!
Neanche noi due siamo credenti in realtà, però l’aspetto tradizione e folcloristico delle nostre processioni sono ciò che rende la Pasqua più intensa.