Diario di una fuorisede

Diario Fuorisede: Il Decluttering

Se ti sei perso l’episodio precedente del Diario Fuorisede puoi recuperarlo qui.

So che è Gennaio non per il Capodanno, la Befana o i buoni propositi che vanno in frantumi. So esattamente quando è Gennaio perché vengo posseduta dallo spirito di Marie Kondo che mi dice che è arrivato il momento di fare pulizia tra tutti i miei averi. 

Così ogni anno.

E ogni anno mi chiedo come abbia fatto ad accumulare così tanta roba inutile nel giro di meno di dodici mesi.

La verità è che, quando vivi fuori casa da tredici anni, le cose si accumulano e basta. Se mi guardo intorno, vedo nel mio appartamento più cose che “ci sono arrivate” rispetto a quelle che ho comprato io:

-un piatto che conteneva chissà quale cibo, donato dalla mia ex suocera;

-una coppa con coperchio che conteneva i biscotti fatti in casa, mandati da mamma;

-una tazza per la colazione lasciata qui dal mio ex;

-dei pupazzini fatti con la stampante 3D dal mio migliore amico, che me li porta in dono praticamente ogni volta che ci vediamo;

-i Funko Pop che inevitabilmente continuano a regalarmi;

-i piatti da festa per bambini con l’unicorno, gentilmente omaggiati da mia sorella che, con due bambini a casa, aveva la scorta;

-la bomboniera del matrimonio di Lost Wanderer…

E questo è solo quello che vedo in un singolo angolo, voltandomi distrattamente mentre scrivo. Credo che le nostre case siano “nostre” solo per un pezzo. Il resto appartiene a tutte quelle persone che attraversano le nostre vite e lasciano un segno di qualsiasi tipo. Questo collage bellissimo di oggetti le rende uniche, perché ogni volta che vedo una di queste cose penso a come è arrivata qui. Anche solo distrattamente. 

Ed ecco svelato come si accumulano gli oggetti nelle nostre case. Anche in pochissimo tempo. Gli oggetti si accumulano perché viviamo, e ogni passo si lascia indietro qualcosa. E quando passi tanto tempo nello stesso posto, quel posto si carica di ricordi e oggetti. E va bene così, a patto di fare ordine di tanto in tanto.

Rieccoci quindi a me che scopro di aver conservato una confezione che contiene qualcosa come duecento chiodi. Anche se provassi a piantarli tutti, non credo che in casa ci sarebbe abbastanza spazio. O i flaconi vuoti da riempire coi miei prodotti preferiti da portare in viaggio. Mi basterebbero per un tour intorno al mondo. A piedi. Come ogni Gennaio, mi metto a cercare nei cassetti e dietro i mobili. E ogni anno, qualcosa va via.

In pieno stile Marie Kondo, non credo che le cose che do via siano “spazzatura”. Sono oggetti che hanno fatto con me un pezzo di questo viaggio chiamato vita, e ora proseguono il loro viaggio da qualche altra parte, come io faccio col mio. Per questo non ho difficoltà a dare via, ad esempio, oggetti che mi sono stati regalati. Non mi sembra di fare un torto alla persona che me lo ha regalato, al contrario. Nel momento in cui un oggetto non mi serve più o non mi fa più piacere averlo intorno, preferisco darlo a chi invece lo apprezzerebbe, piuttosto che lasciarlo lì a prendere polvere.

Ogni anno, a Gennaio la mia casa si svuota tantissimo. Al momento quasi metà del mio armadio a sei ante è vuoto. Per non parlare della libreria. Ma so già che tra qualche mese tornerò a dover spingere a forza i nuovi acquisti nell’armadio, che si sarà riempito. Ogni anno mi prometto che stavolta ci starò attenta, che non cascherò nella tentazione di comprare al Tiger tutte le decorazioni conigliose per Pasqua, che quest’anno ai saldi comprerò davvero solo quello che mi serve e non trenta magliette solo perché hanno fantasie buffe.

Me lo prometto ogni anno, e ogni anno fallisco. Un po’ perché alla fine le decorazioni coi conigli mi piacciono, un po’ perché è quasi impossibile far passare un anno senza comprare nulla a parte l’indispensabile, un po’ perché come si fa? Le case non sono musei, dove tutto è fermo e immobile dietro le teche. 

Le case sono organismi viventi, che vivono e respirano attraverso di noi. Gli oggetti vanno e vengono, si rompono, vengono sostituiti o riparati, qualcuno si dimentica qualcosa a casa nostra e quella cosa diventa parte integrante dell’arredamento, compriamo qualcosa che ci piace per due mesi e poi smette di piacerci. Riuscire a cristallizzare tutto come quando mettiamo in ordine e siamo super soddisfatti di avere la casa pulita e ordinata significherebbe smettere di vivere. Meglio viversela e lasciare che lo spirito di Marie Kondo venga da me, ogni anno, a ricordarmi di fare ordine. Anche perché, se pure Marie Kondo si è arresa, che speranze abbiamo noi comuni mortali?

E magari a farmi promettere di essere più organizzata, cosa in cui fallisco sempre. Ma questa, come sempre, ve la racconto un’altra volta.

16 pensieri su “Diario Fuorisede: Il Decluttering”

  1. Anche io, quando ero fuori sede, mi ritrovavo per caso una quantità di oggetti eccessivi e spesso non sapevo nemmeno da dove arrivavano!

  2. La notizia di Marie Kondo che non riesce a tenere in ordine la casa mi ha fatto pensare che i miei sforzi sono tutti inutili. Se non ce l’ha fatta lei, come posso pensare di farcela io? Così lascio perdere per dodici mesi, e poi una volta all’anno (di solito ad agosto, nel mio caso) butto-regalo-riciclo. Mi hai fatto venire in mente anche i miei “mignon” da viaggio che prendono polvere in un cassetto del bagno.

  3. Capisco benissimo il tuo racconto, perché alla tua età ero come te! Ma con gli anni si impara a selezionare anche gli acquisti, magari spendendo qualcosa in più, per far durare gli oggetti (vestiti, ninnoli etc) nel tempo e nel nostro interesse.

  4. Davvero tanto simpatico questo articolo, io sono ordinata ma comunque riesco lo stesso ad accumulare un sacco di cose inutili, poi ogni tanto passo e butto!

  5. Se ti fa piacere saperlo anche Marie Kondo ha svelato che casa sua è disordinata, soprattutto da quando sono nati i suoi figli, e non ha il tempo di mantenere l’ordine così come racconta nei suoi libri 😉

  6. Ho fatto il più grande trasloco della mia vita due mesi fa e so benissimo di cosa parli quando nomini la parola “decluttering”: in 40 mq non so nemmeno io cosa ho accumulato… Tanta, troppa, troppissima roba e io faccio davvero fatica a sbarazzarmi delle cose, anche se le regalo ad altri. Poi però, una volta riempiti i sacchi (soprattutto di vestiti) mi sono sentita meglio, più libera.

  7. Anche io come te faccio molta fatica a svuotare la casa delle cose che per me solo apparentemente sono inutili. Non so perché ma non riesco a non dare ad ogni cosa una seconda occasione.

  8. Ho sempre pensato che Marie Kondo sia solo un alter ego di mio padre. Lui vive così, nell’ordine assoluto, in uno spazio dove ogni angolo è preciso e dove sembra che pure la polvere abbia paura ad appoggiarsi.
    Secondo me mi ha adottata perchè in alternativa la mia completa mancanza di attenzione, ordine e organizzazione non si spiega!
    Che poi questa cosa che gli oggetti si accumulano non sempre per colpa nostra (E’ colpa di Tiger! Non mia! Giuro!) è molto vera. Io per esempio ancora mi chiedo chi abbia avuto l’infernale idea di regalarmi una pianta ma, cosa ancora più importante, mi chiedo come sia possibile che detta pianta continui imperterrita a sopravvivere senz’acqua… che sia ora che io mi compri un deumidificatore, forse?

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.