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Manuali di sopravvivenza

Come sopravvivere alle gite fuori porta

DISCLAIMER: I manuali di sopravvivenza sono articoli dai toni volutamente fortemente ironici e sopra le righe. Non vanno presi troppo sul serio.

L’estate per finire, e c’è chi è già partito, chi deve ancora partire e chi non partirà. Ma soprattutto, c’è chi si concederà una gita fuori porta, tanto cara ai miei concittadini adottivi romani. Ci tengo a specificare che nel titolo ho messo “gite fuori porta” per far capire a tutti di cosa si tratta, ma da qui in poi le chiamerò col nome che si meritano, ovvero “Vacanze di Satana”. Perché giusto il demonio o qualche suo adepto può divertirsi con una vacanza di un giorno scarso. E se anche voi avete qualche parente/partner che vi ci trascina, avete bisogno di una guida per sopravvivere.

  1. ORGANIZZAZIONE

Di solito la Vacanza di Satana si organizza con poco preavviso, proprio in virtù del fatto che non ha bisogno di prenotazioni. Il tempo organizzativo medio di solito è una settimana, nel senso che il parente infognato con le gitarelle scende a colazione lunedì mattina preannunciandovi che domenica andrete tutti insieme al Parco del Vattelappesca. E questo capita se siete fortunati. Ci sono parenti sadici che vi fanno salire in macchina con la scusa di andare al supermercato, e solo una volta in viaggio vi annunciano la VERA destinazione.

2. PARTENZA

Visto che la gita dura un solo giorno, la legge impone di partire agli orari più improbabili, di solito nella finestra di tempo tra le tre di notte e le sei di mattina. Ovviamente il parente che ama le vacanze di Satana sarà iper attivo e pieno di energie, manco avesse pippato tutte le scorte di Escobar. Di solito è lui a guidare, e si lamenta del fatto che la sua compagnia (palesemente persone che ha sequestrato e costretto ad accompagnarlo) dorma durante il viaggio.

3. L’ITINERARIO

C’è una legge non scritta che regola le gite fuori porta, e impone di fare solo itinerari profondamente scomodi e sconnessi. Chi la vuole la superstrada quando puoi farti la stradina di campagna sterrata, in salita,con le curve a gomito e le buche più profonde di quelle di Roma? Come dici, hai il mal d’auto? Non ti sento, vomita fuori dal finestrino.

4. LA PRIMA SOSTA

Se l’appassionato di gite è dotato di un briciolo di pietà, potrebbe concedervi una sosta durante il viaggio per “sgranchirvi un po’”. Ovviamente, nessuna sosta al bar/autogrill è concessa. Si beve rigorosamente il caffè freddo preparato a casa, che può avere solo due opzioni di zucchero: zero o cento cucchiaini. Ad accompagnare il caffè c’è una bottiglia d’acqua superstite che è rimasta per dodici mesi sotto al sedile passeggero, e ora ha più o meno la stessa temperatura dell’Etna in eruzione. E forse anche un sapore peggiore. La pausa dura rigorosamente meno di dieci minuti.

5. ARRIVO A DESTINAZIONE

Gli ossessionati con le Vacanze di Satana hanno tutti la stessa identica passione: “arriviamo lì prima di pranzo”. E ce la fanno, a costo di vietare le soste e guidare a 180 all’ora sulle stradine di campagna. Ed eccovi finalmente al meraviglioso Parco di Vattelappesca. Che poi il posto che scelgono questi infami è pure bellissimo. Proprio un posto che potete goder…

6. IL PRANZO

Anche il pranzo, come il caffè, è preparato da casa per risparmiare tempo. E quindi vai di panino col prosciutto avanzato dal Natale prima, o insalata di riso per i più audaci chef. Anche se ci sono panchine o spazi picnic, il pranzo può essere consumato in due soli modi: o in piedi appoggiati alla macchina, o seduti nell’erba senza nemmeno un telo. Qualsiasi altra opzione viene cassata in automatico.

7. IL GIRO

Bene, siete arrivati e avete pranzato. Ora potete godervi il Parco… se non fosse che l’appassionato ha (ovviamente) organizzato un sadico itinerario da farvi percorrere rigorosamente a stomaco pieno sotto il sole cocente, con tre gocce d’acqua a testa come razionamento. In fondo, la Vacanza di Satana dura solo un giorno! ogni minuto è prezioso e non si può sprecare.

8. LA VERA DESTINAZIONE

Credevate di dover fare una gita al Parco di Vattelappesca, vero? E invece no. La vera destinazione del sadico appassionato sono le Grotte di Doveminchiasiamo, a dodici km dal Parco, su in sentiero impervio sorvegliato da troll e altre creature fantastiche. “Visto che siamo qui e le grotte sono vicino…”. Più falso di Giuda.

9. IL RITORNO

Dopo lo straziante viaggio di ritorno dalle Grotte al Parco, e dopo aver consumato anche le ultime gocce di succo alla pera (a nessuno piace il succo alla pera, ma durante le gite salta sempre fuori e non si sa come faccia), si torna a casa. Rigorosamente col buio, anche qui. Per scansare il caldo (come se non aveste passato le ultime sei ore a camminare in pieno sole con quaranta gradi) e soprattutto IL TRAFFICO (come se foste gli unici ad aver avuto questa geniale idea). Morale della favola? Al ritorno restate imbottigliati nel traffico accanto alla macchina coi calabresi che cantano e mangiano nduja nella sosta. Arrivate a casa a mezzanotte.

10. LA STORIA INFINITA

Arrivati a casa, l’appassionato di gite ammette di essersi sbagliato. Forse la prossima volta conviene fermarsi a dormire fuori, per godersi meglio il posto. Voi tirate un sospiro di sollievo e vi illudete che abbia capito. Non succederà mai. Rileggere questa guida da capo.

APPELLO: Smettete di rapire le persone che odiano i viaggi in macchina e portarle fuori per un giorno. È maltrattamento. Se vedi un pigrone maltrattato, chiama le autorità.

22 pensieri su “Come sopravvivere alle gite fuori porta”

  1. Oddio, mi sono ritrovata in tante delle cose che hai scritto! (e mi sono anche fatta una bella risata) Specialmente per quanto riguarda l’orario di partenza e il pranzo al sacco… :))

  2. Hai descritto perfettamente… me! (E qui si sente, in sottofondo, la mia satanica risata). Ebbene sì, sono io quella terricante creatura che trascina i familiari in queste insane gite giornaliere. Ma non mi prenderai, cara esorcista, non mi prenderaiiiiiiii

  3. Fortunatamente gli organizzatori di questi spot domenicali della mia famiglia si sono impigriti e rassegnati al divano. Ho avuto anche io qualche esperienza simile, sostituita dalla febbre da day-tripper (volo di andata e ritorno nello stesso giorno per una capitale europea, con partenza intorno alle 4 del mattino e rientro alle 21). Dopo una decina di voli, ci siamo resi conto che spesso il vero viaggio era quello dall’aeroporto al centro città, e anche questa abitudine insana è stata abbandonata. Viaggiare è bello, ma con calma e comodità! (Oddio, sto invecchiando!)

  4. Mamma mia quanto ho riso a leggere questo articolo! Ma le cose stanno proprio così, esattamente così!
    Pensa alle gite di un giorno per andare al Lago di Braies, ad esempio! Un casino incredibile, tutto insieme appassionatamente bello stesso posto e nello stesso periodo! Altroché vacanze sataniche ????????

  5. Capita a fagiolo il tuo articolo. proprio domani parteciperò ad una gita fuori porta nelle vicinanze della mia città, e ho ben organizzato il tutto, come faccio sempre. Il problema è che sarò con non so quanti ragazzini strepitanti, visto che andrò con il gruppo sportivo di mia figlia. Hai un rimedio anche per quello?

  6. Io sono una professionista di questo tipo di eventi 🙂 e te ne potrei raccontare mille di gite a Vattelapesca o Dovecavolosiamofiniti. Secondo me bisogna prenderla con filosofia e come fai tu, con la giusta ironia.

  7. Quando si dice la fortuna di abitare in un’isola, per le mie gite fuori porta devo prendere almeno una barca o un’aereo

  8. Anche questa volta mi hai fatto morire dal ridere! Mia nonna era appassionata di queste gite di Satana e costringeva me, mio nonno e mio fratello a seguirla in queste giornata di visita a posti terrificanti. Nella pausa caffè poi, non essendo possibile fermarsi in autogrill, la “tappa pipì” andava fatta nell’erba alta, con il rischio di finire nelle ortiche. Madonna che incubo!

  9. Durante l’anno anch’io organizzo gite fuori porta ma mai così .. ahah ah.
    In ogni caso sono il passeggero che dorme, non all’andata ma al ritorno!

  10. ???? che racconto avvincente!! Per fortuna mi è capitato poche volte di “essere rapita” per una gita fuori porta. In ogni caso, visto che d’estate non mi posso muovere, andare all’avventura per un giorno potrebbe essere anche divertente. Farei però tutto con molta calma e senza stress!

    1. Prova a chiedere ad un organizzatore di queste gite di Satana, ti mostrerà nuovi livelli di stress ahahah

  11. Quanta verità in questo articolo! Per questo adoro viaggiare da sola o solo con persone che fanno parte della mia ristrettissima cerchia e che hanno le mie stesse esigenze! Non di rado quando passo il mio agosto in montagna capita di sentire “oggi andiamo qui, non ci andiamo da 20 anni, non sarà cambiato chissà che!” e puntualmente il sentiero non esiste più, il bosco ha cambiato la strada originale, la chiesa che dovevamo vedere è a tipo 30 chilometri in più rispetto a quello preventivato… CATASTROFE!

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