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Manuali di sopravvivenza

Come sopravvivere alla dieta da quarantena

Siamo italiani. Era assolutamente prevedibile che rinchiudendoci in casa per quasi due mesi, la prima reazione sarebbe stata quella di mettersi ai fornelli e approfittare della quarantena per sperimentare un po’. Dopo quaranta e passa giorni, qual è la situazione a casa vostra? Qui intanto parliamo, come sempre per sdrammatizzare e in maniera scherzosa, dei vari approcci alla gastronomia in quarantena.

  1. Lo chef

Non aspettava altro. Il primo giorno di quarantena ha svaligiato un negozio all’ingrosso di forniture per ristoranti. È insospettabile perché di solito parte con cose “tranquille”, tipo “Ma vi va di provare la lasagna bianca domenica a pranzo? GIUSTO PER PROVARE UNA COSA DIVERSA”. Una richiesta apparentemente innocua. Quello che non sapete è che, una volta detto sì la prima volta, vi ritroverete a fare le cavie per tutti gli esperimenti culinari dello chef di casa, che si accanirà nel chiedersi come mai la sua pizza sia più simile a un frisbee che ad un alimento, nonostante abbia seguito passo passo le ricette dei migliori pizzaioli del mondo. Un consiglio per debellarlo? Toglietegli Food Network.

IL PIATTO TIPICO: Pasta integrale fatta in casa con farina macinata a pietra nel bidet con pistacchi di Bronte, macinato di Dodo e parmigiano.

2. L’improvvisato

Quando hanno annunciato l’inizio della quarantena, in casa aveva solo un vasetto di yogurt scaduto da un paio di giorni e mezzo pacco di riso. Affronta la quarantena con uno spirito sereno, dicendosi che in fondo non c’è bisogno di fare scorta, compra solo lo stretto indispensabile ed evita di andare al supermercato se c’è troppa fila. Si ritrova a mangiare tonno e Grisbì il sabato sera, chiedendosi come abbia fatto a ridursi così pur avendo fatto spesa proprio qualche giorno prima. Si ripromette di fare una spesa più oculata la settimana successiva (non lo farà mai).

IL PIATTO TIPICO: Pasta al sug… no aspe non c’è la salsa. Pasta con olio e parmigia…niente parmigiano. Pasta con olio. 

3. La mamma

 Al contrario dell’improvvisato, è impossibile cogliere di sorpresa una madre. La sua dispensa è sempre attrezzata e rifornita come se stesse arrivando una guerra. E nonostante ciò, la sua migliore abilità è quella di propinarti giorno dopo giorno cibi che non hai mai mangiato dicendo “ma questo ti è sempre piaciuto!” e soprattutto conservando il cibo migliore per l’eventualità che arrivino ospiti. Anche se in quarantena nessuno può muoversi di casa, le madri conservano comunque i cioccolatini in salotto per dei fantomatici ospiti.

IL PIATTO TIPICO: i carciofi in brodo preparati una settimana prima che ti sono sempre piaciuti.

4. Il fuorisede

Si è premurato di farsi spedire da casa i beni di prima necessità tipici del suo luogo d’origine. Per il resto, per lui non è cambiato molto. Vivere ai limiti della sopravvivenza umana, andare avanti per otto giorni con un pacco di pasta e una latta d’olio, non uscire mai sono cose a cui un fuorisede è già abituato da prima della quarantena. Il mondo appartiene a loro, e il mondo post quarantena verrà ripopolato da fuorisede che insegneranno ai loro figli l’arte dell’arrangiarsi e i mille modi diversi per preparare il tonno e fingere che sia qualcosa di gourmet.

IL PIATTO TIPICO: L’immortale pasta al tonno.

5. La donna in preciclo 

Parliamone. Già normalmente il preciclo è una situazione critica da affrontare, con alti e bassi ormonali e strane voglie di cibo. Aggiungiamo agli ormoni pazzi una pandemia e una quarantena, ed ecco il mix perfetto per creare una donna disperata in cerca di cibo spazzatura. Non potendo sfruttare il Carrefour che prequarantena era aperto h24 per i suoi attacchi di fame alle tre di notte, la donna in preciclo è la prima ad essere in fila davanti al supermercato la mattina. Riempie il carrello di patatine, cioccolata, creme spalmabili e merendine. Ci mette anche una busta d’insalata per zittire i sensi di colpa, quindi si presenta in cassa e mentre la cassiera passa gli articoli guardandola con aria perplessa lei si giustifica con “eh, i bambini a casa mangiano solo schifezze”, addossando i suoi peccati di gola a bambini inesistenti. 

IL PIATTO TIPICO: Due tavolette di Galak chiuse a panino con uno strato di Nutella e Fonzies nel mezzo.

6. Il precotto

Vive la cucina come qualcosa che deve rendere il massimo risultato col minimo sforzo. La sua dispensa è piena di risotti a cui aggiungere solo acqua, mix per torte in scatola, pappardelle al ragù di cinghiale surgelate. Si chiede come mai tutti quanti sentano la mancanza della pizza, visto che lui ha il freezer pieno di “Pizza ristorante Cameo” e giura di non sentire alcuna differenza con la vera pizza napoletana. Rispetto agli altri, lui in quaranta giorni è uscito a fare spesa solo una volta, per prendere il latte da usare per preparare le torte. Per di più, può vantarsi di lavare i piatti una sola volta a settimana, visto che mangia il risotto pronto cuocendolo direttamente nella busta.

IL PIATTO TIPICO: Noodles cup con aggiunta di pezzi di cipolla che stava marcendo nel frigo.

7. L’asporto

È lui che sta tenendo in piedi L’economia italiana, non rinunciando agli sfizi che si concedeva prima della quarantena. Ogni giorno cambia ristorante, facendosi portarti alternativamente sushi e messicano. La mattina il bar di fiducia gli lascia dietro la porta cornetto e cappuccino, a pranzo una ciotola di poke e la sera spaghetti di soia con carne. Decide il menù sul momento, e sta conducendo una dieta più che variegata. Va al supermercato solo per prendere la pellicola, con cui avvolge e conserva gli avanzi da consumare il giorno dopo.

IL PIATTO TIPICO: Qualsiasi cosa sia su Justeat.

E voi? Che tipo di “cuochi in quarantena” siete?

51 pensieri su “Come sopravvivere alla dieta da quarantena”

  1. E voi? Che tipo di “cuochi in quarantena” siete? Che domande… Dopo un primo approccio ai fornelli passando dalla cucina tipica veneta alla semplice pasta con il pomodoro, ho cominciato ad apprezzare anche il Take Away.

  2. Ho riso molto ????
    Allora, io sarei la precotta, se non fosse che ho un marito che bontà sua cucina in modo normale ed evita che io muoia male di surgelati e junk food (cosa che accade puntualmente quando lui si assenta per lavoro ????). In quarantena ho seguito l’approccio inverso di quello tipico: a lungo ho continuato come se niente fosse, poi tre giorni fa ho ceduto e nel giro di due sere ho preparato torta e biscotti con le mie manine, il che capita tipo una volta ogni due anni ???? Quel che certo è che da che è iniziata, non potendo muovermi, ho preso una taglia abbondante ????????????

  3. La quarantena è praticamente cominciata una settimana dopo l’inizio della mia dieta, quindi per me poco cibo e tanto (quando ce la faccio) esercizio fisico!

  4. Io e mio marito siamo lo chef e la mamma che ha sempre la dispensa piena di cose! Lui propone, insieme eseguiamo e i chili infatti si fanno sentire! Poi ci scambiamo e il gioco ricomincia….

  5. Questa è fortissima! Io sono molto mamma, eppure figli non ne ho! Dispensa piena stile carestia perchè non si sa mai ma io e la cucina siamo due universi paralleli, cioè non si incontrano mai. Mio marito invece è lo chef e visto che in questi giorni si sta dilettando in cucina marocchina non posso che esserne felice!

    1. Buona la cucina marocchina????stai avendo la possibilità di provare un po’ di piatti nuovi!

  6. Io sono in fuori tendenza! A casa abbiamo deciso di comportarci bene e di approfittarne per iniziare a mangiare sano. Grande spesa quindi di farine integrali, come avena, farro e segale, tutto cucinato in casa. Dopo un mese ho i germogli di soja che mi spuntano dalle orecchie. Vorrei tanto una pizza!

    1. Ciao, ho trovato molto divertente il tuo articolo…. e anche molto veritiero. Io in questo periodo non ho per niente voglia si cucinare e vado sul precotto k piatti molto semplici

  7. sto ancora ridendo!! io mi sono decisamente riscoperta chef! Adoro cucinare da sempre, ma il tempo, tra il lavoro e la passione per la montagna, spesso mi impedisce di organizzare piatti elaborati…ecco quindi che in queste settimane ho rispolverato tutti i libri di cucina etnica comprati nei nostri viaggi e ci siamo letteralmente immersi in queste lunghissime preparazioni! Dall’indiano paneer fatto in casa al pollo cajun della Luisiana…oltre al gusto di provare a fare cibi diversi dal solito devo dire che la vera gioia sta nel riportare a casa quelle emozioni dei viaggi.
    Di solito si pensa che la cucina etnica sia complicata, ma tra libri, tutorial su youtube e qualche blog ben scelto c’è davvero l’imbarazzo della scelta….
    Insomma…una scusa per viaggiare nonostante la situazione e ormai anche un tè se non è chai non vale!
    PS: se vuoi cimentarti nel magico mondo delle spezie indiane ti lascio il link per la preparazione proprio del masala chai tea https://www.bagaglioleggero.it/chai-rimedio-indiano/

  8. Divertentissima questa lista di Tipi-da-quarantena in termini foodie. 🙂 dovresti farci uno spot video, sai che risate. Ora dico una cosa terribile… lo ammetto, ho perso un paio di chili in quarantena, ma solo perchè, per lottare contro l’ansia, ho smesso di bere.

    1. Io pure ho perso un paio di chili, ma nel mio caso è stato il cibo da asporto a fare la differenza, perché prima lo consumavo molto più spesso!

  9. Se non fosse che mi piace troppo cucinare, causa pentole da lavare io avrei fatto parte volentieri del club dell’asporto… E invece mi alterno tra premestruo e mammitudine! Ma in fondo è sempre questa la mia dieta…

  10. io Ho vissuto all’estero da solo, quindi pasta e tonno era il piatto principale, oppure la pizza la sera sono abituatoa tutto anche se questa quarantena mi ha appesantito un bel pò

  11. Non mi sembra di rientrare a pieno in nessuna casistica, al limite la prima, ovviamente niente precotto, niente asporto qui facciamo pure la pizza e senza bimby, rigorosamente a mano, ma diciamo che noi siamo nel ramo “vino e cucina” e quindi ben forniti e ben e in grado di farci un buon piatto. E infatti i chili in più ci sono tutti, attendo il 4 maggio per poter fare delle serie passeggiate, dato che, in enoteca, non possiamo ancora lavorare.

  12. Mi hai fatto sorridere io sono il primo insospettabile chef che parto da un’amatriciana e arrivo a così impensabili per fortuna sono buone poi!

    1. Anche a me piace sperimentare! Per fortuna vivo da sola e non rischio di avvelenare nessuno! Ahahah

  13. Io mi ritrovo decisamente nella donna preciclo! La voglia di ciccolata è proprio la base, poi mettici le altre schifezze per compensare la tristezza da quarantena… un disastro!

    1. Io ho scoperto un posto vicino casa mia che fa pancakes e crepe. Lo sto arricchendo ahahah

  14. in questa clausura sto angiando molto, un po’ per noia, un po’ perche’ passando molto tempo a casa preparo piatti piu’ elaborati che prima non riuscivo mai a fare, inoltre la poca attivita’ fisica porta ad allargare il giro vita

    1. Idem, sto provando un po’ di ricette che magari non avevo avuto il tempo di sperimentare… diciamo che ci servirà un bel po’ di attività motoria!

  15. Sarà perché vivo in un piccolo pese, dove la maggioranza della popolazione é anche pensionata (e quindi la spesa gliela portano a casa) quindi oltre al fatto che il lievito di qualsiasi tipo é diventato più raro del graal per il resto é tutto uguale. Si va a fare spesa grande un volta a settimana e si mangia (tranne tutto ciò che riguarda la panificazione) esattamente come prima

  16. ahahah bello il tuo articolo, simpatico e interessante. Io in questa quarantena sto facendo la dieta dei dolci più dolci che ci siano. Cosa c’è di meglio di una dolce coccola?

  17. almeno alla dieta non pensiamoci
    godiamoci il cibo e il suo piacere
    semmai scegliamo quello più salutare

  18. Io sono fortunata perchè sto facendo la quarantena con i miei genitori e sia io che mia mamma cuciniamo bene. Insomma ci piace anche se il problema non è questo, ma il resto. hihihihih tutti gli snack!

  19. Presente! Sono quella che farebbe santi subito i proprietari di ristoranti, bar e gastronomie che hanno avuto la brillantissima idea di consegnare le loro prelibatezze a domicilio. Scrivo con una mano sola perché nell’altra ho una pagnotta di pane semi-dolce al latte di yak spremuto durante la luna piena (no, arriva da una banalissima confezione). Adoro mangiare ma detesto cucinare perché le cose non mi vengono belle e buone come nelle foto delle ricette, per cui non mi resta che affidarmi a Tütacà (la versione piemontese di JustEat).
    Mi fanno morire i tuoi manuali di sopravvivenza ????

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