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Manuali di sopravvivenza

Come sopravvivere al Natale lontano dalla famiglia

Il bello del Natale è poter stare in famiglia, sentirsi rivolgere le domande scomode come “Quando ti laurei?” e “Dove sta la fidanzatina?”, aprire regali orribili e per niente in linea con i propri gusti, sfondarsi di cibo fino al coma glicemico. Stupendo, vero?

Però quando si inizia a vivere lontano da casa, per studio o per lavoro, si sa che prima o poi arriverà quel momento..il famigerato momento del passare il Natale lontano dalla famiglia.

  1. L’annuncio

È la parte più difficile. Sei al telefono con tua madre (questi annunci vanno dati tassativamente alla mamma).

-Allora, per la Vigilia vuoi la lasagna o i cannelloni?

-Nessuno dei due, ma’…

-Preferisci la pasta al forno?

-Nemmeno… Senti, ma’, ti devo dire una cosa…

-Non mi dire che sei diventato vegetariano!

-No no, quello no… È che a Natale non scendo.

-Ah, arrivi il 25?

-No, ma’… Non scendo proprio…

-Vabbè ma per Capodanno stai con noi,  no?

-No, ma’, non posso. Devo lavorare.

La mamma di solito la prende sportivamente. Sul momento, perché sta interiorizzando un trauma. Ti accorgerai che sta iniziando ad assorbire la notizia quando ti arriveranno ottocento chiamate da zii e cugini, con cui avrai esattamente la stessa conversazione.

-(Nome di mamma) ha detto che a Natale non scendi.

-Eh no.

-Vabbè ma nemmeno il 25?

-No.

-Allora vieni a Capodanno?

-Nemmeno.

-Perché?

-Eh, quest’anno devo lavorare…

-Ma a Natale ti fanno lavorare? (inserire qui una serie di soluzioni creative trovate dai parenti tipo “non puoi prenderti le ferie?” e ripetere all’infinito la conversazione per tutte le volte che è necessario).

Una volta che anche il salumiere sarà stato informato del fatto che non torni a casa per Natale (perché tua madre andrà da lui dicendo “dammi solo 400 grammi di prosciutto cotto, che quest’anno mio figlio non viene), si potrà passare allo step successivo.

2. I pro del Natale lontano da casa

Per addolcire la pillola, prova a pensare al lato positivo della situazione.

Innanzitutto il risparmio. Si sa, treni e aerei nel periodo natalizio raggiungono prezzi davvero folli. E sono strapieni, roba che in treno ti tocca viaggiare tenendo in equilibrio la valigia sulla testa. Molto meno stress.

E poi puoi risparmiarti i regali. Sto dando per scontato che i fuorisede siano tutti originari della zona Sud del Paese, perdonatemi. Deformazione fuorisede. Quindi sto dando per scontato che la tua famiglia conti almeno 15 zii e 40 cugini, per non parlare dei partner di ogni cugino a cui fare un regalo a parte. Ogni volta che un fuorisede non torna a casa per Natale, l’economia italiana ne risente e il PIL si abbassa. Sapete cosa ha causato davvero la crisi economica del 2008? Fuorisede che non sono tornati a casa per Natale. Con tutti i regali che fanno, muovono l’economia.

E poi, più importante di tutto, puoi risparmiarti le domande dei parenti. Sì, proprio quelle di cui parlavo all’inizio dell’articolo. Ma anche tutte quelle espressioni sgradevoli del tipo. “Eh si sta bene a Milano, eh? A noi non pensi più, non ci vuoi più bene!”, “È arivata la romana! Ao te faccio la carbonara ahahah mortacci” (Non imitate l’accento romano, vi supplico), “Ma in Olanda il 24 Dicembre le fanno le caldarroste?”. Per un anno, non dovrai sopportare questo e molto altro. Gioisci.

3. Il giorno di Natale

Ma se non sei coi tuoi, il Natale dove lo passi? Beh, ci sono diverse opzioni.

-coi coinquilini: magari nemmeno loro hanno avuto la possibilità di prendersi qualche giorno libero. Quindi il 25 organizzate un pranzo fuorisede e vi mettete a litigare per chi debba lavare i piatti. Esattamente come ogni altro giorno dell’anno.

-a casa di amici: magari di un amico che vive ancora coi suoi. Che ti useranno come esempio positivo per sminuire il figlio a suon di “Hai visto, Piergiorgiofilippo? Il tuo amico San Carlo Croc già lavora, vive da solo… e tu quando ti laurei?”. Scusateci, amici. Scusateci per tutte le volte in cui i vostri genitori ci hanno usati come esempi positivi solo per martoriarvi.

-dai genitori del partner: Natale coi suoceri. Non c’è bisogno di aggiungere altro.

4. I giochi

Che Natale sarebbe senza una bella partita a carte? Qui, mio caro fuorisede, arriva la parte difficile. Scoprirai che i giochi tipici di Natale variano da regione a regione, e tu sei completamente impreparato. Ti salverai solo fino a che si parla di tombola. Poi i nativi del luogo proveranno a spiegarti come funziona il loro gioco tipico natalizio, che a te sembrerà solo un insieme di regole assurde e senza scopo. Esattamente come i giochi che fanno al tuo paese, solo che di quelli hai imparato le regole prima ancora di imparare a camminare, quindi non le metti in discussione. Sono dogmatiche.

Un Natale lontano dalla famiglia è sicuramente un Natale un po’ più triste, un po’ meno natalizio è sicuramente meno calorico. Quindi, fa in modo che non sia un Natale “brutto”. Usa il tuo primo Natale fuorisede come base per costruire le tue tradizioni e i tuoi giochi assurdi e senza senso a cui sottoporre gli invitati. Non dimenticare che in fondo lo spirito del Natale è proprio questo: sequestrare le persone, costringerle a rimpinzarsi e torturarle con giochi macabri. Ma il tutto condito da buoni propositi e pupazzetti di Babbo Natale!

Buone Feste!

10 pensieri su “Come sopravvivere al Natale lontano dalla famiglia”

  1. Questo sarà il mio primo Natale fuorisede, sono sempre “scesa” magari all’ultimo momento, ma quest’anno, con le regioni che si accendono di rosso o di arancione molto più velocemente delle luci di Natale, non voglio rischiare di prenotare un volo aereo e doverlo disdire perdendoci tanti soldini, quindi ho già avvisato la mia famiglia e la famiglia di mio marito e… vabbè un po’ di tristezza c’è, ma speriamo che a Pasqua si sia tornati ad una parvenza di normalità!

    1. Ti capisco, ho fatto la stessa scelta. Troppi rischi, preferisco aspettare un momento più tranquillo per vedere la mia famiglia

  2. Io ho sempre fatto Natale in famiglia ma il prossimo anno vorrei passarlo in viaggio e gi? penso alle reazioni di tutti i parenti che non ci vedranno, andr? sicuramente come l’hai raccontato tu, mi conviene iniziare gi? adesso ad avvisarli…

  3. Io vengo da una famiglia molto sui generis. Spesso eravamo divisi e distanti a Natale ma andava benissimo cos

  4. Non ho mai passato un Natale fuori sede, quindi non posso dire la mia (ma mi sono immedesimata e ho riso molto). Sicuramente non ti sar? di consolazione, ma immagina me, da stasera fino al 26. Vivo al nord quindi ho pochi parenti, ma si trova il modo ugualmente di trascorrere il Natale con una schiera di persone pi? o meno conosciute. Si inizia questa sera con un bella cena da 12 persone e altrettante portate al ristorante, poi domani a pranzo con la SUOCERA, poi cena solo con i miei per finire gli avanzi, e il 26 da mia zia con tanto di genitori del fidanzato di mia cugina. Sono pronta a stamparmi un sorriso in faccia appena inizieranno con la domanda: “Ma voi? dopo tutti questi anni figli ancora niente?” Mi sa che i parenti sono uguali ovunque 😉
    Buon Natale ?

  5. Il giorno di Natale passato in famiglia e? stato praticamente obbligatorio a casa mia! La prima volta che mi sono sganciata e sono partita per Cuba ho passato la mattina a piangere rimpiangendo la nebbia e i ravioli della mamma!!

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