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Manuali di sopravvivenza

Come sopravvivere al Kakebo

DISCLAIMER: I Manuali di Sopravvivenza sono articoli volutamente ironici e sopra le righe. Non vanno presi (troppo) sul serio.

Anno nuovo, vita nuova.

Come vanno i vostri buoni propositi? Avete già smesso di andare in palestra? La calza della Befana vi ha fatto abbandonare qualsiasi dieta? I saldi sono stati il chiodo nella bara del proposito di risparmiare?

Parliamo proprio di risparmio.

Qualche anno fa una innocente e inconsapevole Rainbowsplash si era avvicinata a Marie Kondo e alle sue idee di riordino selvaggio e decluttering. L’innocente Rainbowsplash ha ripulito casa fiondando fuori dalla finestra tutto ciò che non le dava gioia. In preda alla voglia di rinnovarsi ed essere una nuova sé stessa, ha continuato ad esplorare il labirinto nipponico fino ad imbattersi in lui.

Il Kakebo

Kakebo compilato con le spese di casa

No, non è una parolaccia, né il titolo del nuovo manga che spopola tra gli adolescenti. Il Kakebo è il libro dei conti di casa, che secondo le leggende ogni giapponese ha in casa, e che viene addirittura regalato ai bambini. Non so quanto credibile questa cosa, ma fatto sta che il Kakebo è un’agenda su cui segnare le spese. Qualcosa di simile potreste averla vista nelle vostre case: i quadernetti dove le mamme segnavano le spese di casa, per tenere d’occhio le entrate e le uscite. Il nome giapponese, però, rende tutto più figo. Un po’ come chiamare “tempura” la roba fritta per farla sembrare meno grassa e più sana.

Su Amazon è possibile trovare decine di Kakebo

Alcuni hanno i giorni segnati, e quindi vanno cambiati ogni anno, altri vengono venduti in bianco e vanno compilati man mano. Ok, ma che ci faccio col Kakebo? In teoria ogni giorno dovresti segnarci tutte le tue spese, dividendole in categorie (spese necessarie, spese non necessarie, spese extra). Lo scopo dovrebbe essere tenere conto delle spese, capire dove si può risparmiare qualcosina e “dove vanno a finire i tuoi soldi”.

Nobile scopo, pessima esecuzione

Dal momento in cui il Kakebo entra in casa vostra, diventerete cacciatori di scontrini. Soprattutto se non vivete da soli, vi troverete a chiedere a partner e figli di conservare gli scontrini per potervi appuntare ogni singola spesa, persino l’euro per il caffè la mattina. La scelta di iniziare a monitorare le spese di casa coinvolgerà tutte le persone che vivono con voi, loro malgrado. Il mio ragazzo ormai è così abituato che rientra a casa già pronto con l’elenco di soldi che ha speso. Oppure mi fa amorevolmente trovare gli scontrini già infilati nel Kakebo, per facilitarmi il compito.

Ma quanto costa?

Pessima idea quella di iniziare a tracciare le spese nel momento in cui l’inflazione ha fatto schizzare alle stelle qualsiasi cosa. Ogni settimana vi ritroverete a scoprire di aver speso cifre da capogiro, soltanto per fare spesa e mettere benzina. Il Kakebo vi avrà indottrinato a cercare le spese superflue per eliminarle, e vi ritroverete a pensare che in effetti non ha senso avere un tetto sulla testa, e che vivere in camper vi farebbe risparmiare sull’affitto.

Fare un budget della spesa

L’idea alla base del Kakebo è anche nobile, visto che in teoria vi aiuta a verificare quali sono le voci di spesa in cui spendete di più (non chiedete mai alla vostra Rainbowsplash quanto spende ogni mese in make-up), ma visti i tempi probabilmente la realizzazione sarà deprimente. A meno che non abbiate il budget della Ferragni, scoprire che ogni mese, tolti affitto e bollette vi restano 0,12€ per fare spesa può portare a soli due risultati:

  1. Mollate tutto e andate a fare i barboni a Ibiza
  2. Mollate tutto e andate a fare i barboni e basta

Il Kakebo che acquista la vostra Rainbowsplash è quello già compilato coi giorni dell’anno (troppo pigra per farlo da sé) e contiene anche una serie di suggerimenti tanto ottimisti quanto inapplicabili del tipo “Se non guadagni abbastanza cerca un secondo lavoro” o “Tieni spenti i riscaldamenti per risparmiare sul gas e mettiti una coperta sulle spalle”.

La kakeibite acuta

Ma se il Kakebo porta solo sciagura e pessimismo, mettendovi davanti alla vostra eterna povertà, perché dovreste acquistarlo, vi starete chiedendo? La verità è che, una volta acquistato il primo kakebo, non avrete più scelta: crea dipendenza. Come nei migliori film horror, i kakebo compariranno misteriosamente negli angoli di casa vostra, anche quando avrete bruciato i precedenti. Una volta iniziata la caccia agli scontrini non è possibile smettere, sarete colpiti da kakeibite acuta. E poi, volete mettere il gusto di aprire il conto corrente, trovarlo vuoto e, al posto di dirvi “ma dove vanno a finire i soldi?” Sapere esattamente dove sono finiti, avere un resoconto dettagliato su carta?

Compilo deditamente il Kakebo da almeno 4 anni. Non ho imparato a risparmiare, non ho aumentato le mie entrate, ma ho dei bellissimi grafici che mi ricordano quotidianamente quanto la vita sia cara e io sia troppo povera per questo Paese.

Ne è valsa la pena.

10 pensieri su “Come sopravvivere al Kakebo”

  1. Mi sono imbattuta anche io in questa famosa agenda.e…da 3 mesi che la uso.mi.sento non solo.piu povera ma anche e soprattutto più depressa…soprattutto ogni qualvolta mio marito soddisfatto e contento mi ripete “te lo avevo detto che non serviva a nulla” 😖

    1. Il mio ragazzo tutte le volte mi dice “vabbè ma sta settimana quanto avremo speso? 100€?” E io sono lì pronta con l’agenda a a testimoniare che abbiamo fatto volare più di 300€ fuori dalla finestra ahahah

  2. In questo periodo super tecnologico in cui è semplice tenere i conti di casa: home banking, app delle carte, app dei supermercati, ecc… ecc… Tu consigli di torturarci tenendo un “quadernetto” nel quale conservare memoria di ogni nostro fallimento nel campo dell’autocontrollo… Denunciare ogni nostro reato di shopping… Non so se sono pronta per questo!

    1. Io ho tutte le app dell’home banking e gli scontrini digitali del mondo, ma li posso ignorare tranquillamente. I fogli con su scritto che ho speso 100€ da Sephora invece non si possono ignorare ahahah sono lì, nero su bianco

  3. Non sapevo nemmeno che esistesse il kakebo, o meglio, non sapevo che avesse un nome. Il mio personale “kakebo” è un file di excel dove da anni segno entrate e uscite, per rendermi tristemente conto, come dici tu, che la vita è troppo cara e che non ci resta che fare i barboni e basta ????

    1. Pensa che i giapponesi hanno inventato una parola per dire “Sono povero, ma ne sono perfettamente consapevole perché sono pure organizzato” ahahahah

  4. Io amo il Giappone e tutto quello che gira intorno ad esso, anch’io malata di Marie Kondo ho eliminato sacchi interi di cose superflue(almeno per la Kondo), ma il kabebo mi manca! Ora lo acquisto, sapendo già che lo utilizzerò poco e niente. La vera domanda è: ma la spesa per il kabebo dovrò poi segnalarla su kabebo stesso?

    1. Ovvio, segnandoti anche che l’anno prossimo potrai risparmiare scrivendo sul kakebo a matita e poi cancellandolo di anno in anno ahahahah

  5. Io non ho un Kakebo ma come le vecchie nonne tengo la contabilità su un quadernetto che un anno fa mi regalò a Natale il mio macellaio. Come vedi la kakeibite acuta ce l’ho anche io, ma questo Kakebo lo voglio, non dovevi farmelo conoscere, adesso me lo devo comprare assolutamente!!

    1. È più comodo del quadernetto (che io usavo fino a qualche anno fa) perché le spese sono già divise per categoria, quindi è più facile vedere dove stai spendendo di più!

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