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Manuali di sopravvivenza

Come sopravvivere ai genitori da adulto

Credo che poche cose nella vita siano in grado di causarci (e risolverci) problemi come i genitori. I genitori ci hanno insegnato che la democrazia è un’utopia al grido di “casa mia, regole mie”, ci hanno istruito a non fidarci del prossimo a suon di “vieni qui che non ti faccio niente” e altri meravigliosi traumi per cui ancora oggi stiamo pagando i terapeuti. 

Ma se credete che una volta adulti le cose migliorino, sono qui per infrangere i vostri sogni. 

  1. A 18 ANNI FARAI COME TI PARE/QUANDO ESCI DI CASA FARAI COME TI PARE

Credo che ognuno di noi, almeno una volta, si sia sentito dire queste magiche parole. E abbiamo atteso, atteso con ansia la maggiore età e il momento di lasciare il nido, sperando nella tanto agognata libertà, credendo che qualcosa sarebbe cambiato.

E INVECE…

Se è vero che una volta fuori casa i genitori non possono più impartirci delle regole, possono continuare a darci suggerimenti più o meno gentili (leggi: passivo aggressivi) su come condurre la nostra vita. Intervengono nella scelta dell’auto o dei mobili, ci dicono quello che farebbero loro nella nostra situazione, aggiungendo poi alla fine un tattico “Io farei così, ma tu fai come vuoi”, una delle grandi trappole dell’umanità. Se decidiamo di seguire il loro consiglio e ci troviamo bene, se ne usciranno con “te l’avevo detto, io ho più esperienza di te e devi ascoltarmi”, se invece ci troviamo male subito scatta il “ma io ti avevo detto di fare come volevi!”. Se poi decidiamo di scegliere autonomamente senza seguire il loro suggerimento, scatta subito il rancore che salterà fuori possibilmente alle cene di Natale con “eh ma io ti avevo detto di comprare la striscia di velcro da Gino il ferramenta e tu non mi hai ascoltato”.

2. METTI LA GIACCA CHE FA FREDDO

Se nel primo punto abbiamo affrontato le reazioni del genitore classico a situazioni in cui il figlio sta facendo scelte da adulto, qui parliamo per un secondo del fatto che, per un genitore, in fondo in fondo il figlio resta sempre un bimbo un po’ tonto di 8 anni.

Frasi come “metti la giacca che fa freddo”, “se hai freddo accendi i termosifoni”, “ricorda che in lavatrice i capi colorati vanno lavati a 40 gradi” fanno dubitare il figlio della sanità mentale del proprio genitore. L’unica risposta plausibile a un “se hai caldo accendi il ventilatore” (a parte il sempreverde GRAZIARCAZZO) può essere solo “Lo so, come credi che faccia da 5/10/15 anni a questa parte?”, a cui di solito il genitore risponderà che non importa se ormai siete vicini ai 40, sarete sempre i piccoli di casa.

3. PERCHÉ NON RISPONDEVI AL TELEFONO?

Arriverà quel momento. Oh, se arriverà.

Un giorno vostra madre vi minaccia di morte per non aver risposto alla sua dodicesima telefonata in un quarto d’ora. E voi siete lì a chiedervi cosa pensi abbiate fatto, in quel quarto d’ora. Mica potevano avervi rapito gli alieni.

Il giorno dopo, siete voi a chiamare i vostri genitori e a sentire quella leggera ansia quando non rispondono. Perché iniziano ad avere una certa età, hanno i primi acciacchi, e come mai non rispondono alle otto di sera? Dove potranno mai stare alle otto di sera? E iniziate a fare un giro di chiamate ai parenti per capire se loro sappiano qualcosa. Quando, alla fine, il genitore vi chiamerà alle 20.15 dicendovi che era in doccia, ve la prenderete con lui per non avervi avvisato prima e per avervi fatto preoccupare inutilmente. Ed è lì che il karma colpisce. Quando finalmente capirete cosa avete fatto passare ai vostri genitori ogni santa volta in cui non rispondevate perché avevate lasciato il telefono in macchina andando a ballare.

4. CHIAMATE DI EMERGENZA

Non importa quanti anni avete, o da quanti anni vivete fuori casa. alla prima emergenza, comporrete in automatico il numero di casa, sentendovi dei bambini sperduti quando chiedete a vostro padre come si fa il cambio dell’olio dell’auto. Perché si sa che i genitori hanno sempre la soluzione. E, se non hanno la soluzione, sanno chi chiamare per risolvere la situazione.

Il prezzo da pagare per il loro aiuto, però, è dover stare dietro al “computer che non si accende” o “alle pratiche dello spid che alle poste mi hanno detto che si fa online”. Ad ogni richiesta d’aiuto corrisponde una richiesta con la tecnologia uguale e contraria.

5. FRATELLI E SORELLE

Da bambini chiamavate la mamma e il papà per lamentarvi dei vostri fratelli che vi avevano rubato il gioco preferito.

Da adulti chiamate i vostri fratelli per lamentarvi che papà vi si è accollato di nuovo per chiedervi lo SPID, e sperate di riuscire a dividere il carico di responsabilità col fratello/sorella in questione.

Che di solito risponde in modo negativo chiamando il genitore in questione “tuo padre” e non “nostro padre”, come accade sempre quando le cose vanno male.

6. NONNI

Quando i genitori diventano nonni, tutto ciò che è stato detto fin qui ne esce decuplicato: sono pieni di consigli su come crescere i vostri figli, ovviamente forgiati dall’esperienza che hanno avuto con voi. E, se sono stati genitori severi che non vi hanno mai comprato la Barbie che desideravate, state pure certi che saranno nonni che riempiranno di regali i nipoti, viziandoli all’inverosimile.

Non si finisce mai (purtroppo e per fortuna) di essere figli.

34 pensieri su “Come sopravvivere ai genitori da adulto”

  1. Mi ha fatto molto sorridere il tuo articolo! Io mi trovo mi mezzo tra l’essere figlia ed essere mamma e quello che hai scritto è proprio vero. E la cosa incredibile è che è vero da entrambi i punti di vista! 😉

  2. Il tuo articolo mi ha fatto sorridere. Io sono uscita di casa quando mi sono sposata a 28 anni, mentre mia sorella single vive da sola da anni. Leggendo il tuo post mi sembrava di sentire mia sorella: lei chiama i miei quando si rompe qsa in casa e loro la chiamano per Spid, acquisti online, problemi al pc ecc : DDD

  3. Le chiamate con mia sorella per lamentarci di loro sono già iniziate! E lei, più giovane di me, è già nella fase del “perché non rispondono al cellulare”!

  4. Questo tuo articolo è stato molto divertente!!! Anche io mi sono ritrovata in queste situazioni. Aggiungerei anche “Questa casa non è un albergo” e “Ma non ti fai sentire mai?” (quando ci siamo sentiti 2 giorni prima) 😀

  5. Monto interessante questo articolo! La mia lettura ha una prospettiva differente e ciò lo rende ancora più interessante. Sono madre ma ho smesso di essere figlia molto presto, saltando ogni tipo si apprensione o cura relativa al mio benessere e senza essere coinvolta nei piccoli drammi quotidiani. Però sono madre e mi rendo conto di essere ansiosa e protettiva anche se mia figlia è ormai ventenne, autonoma e sicura di se. Ma è così che mi vede? Oddio! Corriamo ai ripari!

  6. Interessante articolo ed interessante punto di vista. Io sono genitore e per fortuna ancora figlia e leggendo l’articolo mi sono ritrovata in tutte le situazioni da te citate. Penso che tutto ciò si chiami “famiglia” e l’amore che da una parte o dall’altra, nelle versioni più variopinte viene corrisposto. Io riconosco che da figlia ho fatto preoccupare spesso mia madre, ma allora non c’erano i cellulari e le telefonate soprattutto dall’estero erano poche. Ora da madre non penso di essere ossessiva con i miei figli anche se i consigli su come fare le cose arrivano sempre ma sono dati con il cuore e la preoccupazione che nasce dall’essere genitori!

  7. Ho letto con molto divertimento questo articolo perché è proprio vero: i genitori non smetteranno mai di essere genitori. Io sono uscita di casa prestissimo ma, quando capita di andare da mia madre, non manca mai un invito a coprirsi perché fa freddo. Nonostante la mia età di oggi.

  8. Sono parecchio adulta e vivo lontanissima ma nonostante questo quando torno a casa ma mamma mi inizia a dire : mangi solo quello ecco perché sei magra, stai tutto il giorno al pc ma non ti fanno male gli occhi, sei coperta abbastanza ? … hai ragione, non si finisce mai di essere figli ( ma che bello !)

  9. Ti do la mia soluzione a tutto questo: vai a vivere in Australia! Agli antipodi la voce della mamma arriva molto più lentamente ed è più facile ignorarla!

  10. Adoro sempre i tuoi articoli, quante verità in una sola pagina! Io che ho 42 anni ho “iniziato” a capire i miei genitori che per sentirsi meno vecchi sentono la necessità di essere ancora utili, ma anche di approfittarsi del “tu che sei giovane aiutami” 🙂 Li adoro!

  11. Sono stata così fortunata da avere dei genitori molto presenti ma per niente soffocanti, quando è stato il momento di spiccare il volo mi hanno lasciata andare come era giusto che fosse. Mi dispiace solo che se ne sono andati troppo presto per potersi godere i nipoti!

  12. ahahaha abbi un pò di clemenza per noi genitori!Per fortuna sono ancora nella fase dei figli piccoli, ma chissà quante me ne diranno i miei figli quando saranno grandi :D!

  13. Mi ha fatto sorridere il tuo post e mi ha messo anche un pò di malinconia perché adesso che non ci sono più non hai idea di come vorrei che mi chiamassero perché non c’è il volume nella tele o per ricordarmi di mettermi la giacca.

  14. Della serie “metti la giacca che fa freddo” c’è anche “asciugati bene i capelli altrimenti ti prendi il mal di gola”: ancora adesso mia mamma me lo dice, anche con quaranta gradi all’ombra ???? E vogliamo parlare del divieto di fare il bagno per quattro ore dopo aver mangiato???

  15. È vero confermo tutto, i miei genitori ora sono anche nonni e al momento ogni attenzione è rivolta alle nipotine . Però devo dire che negli ultimi Anni ho cominciato a portarli con me in alcuni viaggi e mi riempie di gioia vederli scoprire il mondo come se fossero dei bambini, e lì mi sento anche io un po’ genitore!

  16. Quanta verità nelle tue considerazioni. Io ora sto vivendo la fase in cui i miei viziano mia figlia, senza ritegno. E guai a dirgli che a me il trattamento è stato differente da bambina! Ma per fotuna sono sempre presenti e ancora belli tosti, quindi ancora non sono entrata nella fase badante!

    1. Ovvio, perché ti rispondono che loro sono i nonni e il lavoro da genitori lo hanno già fatto ahahaah

  17. Ho un rapporto conflittuale con mia madre dai tempi dell’adolescenza che mi ha portato, a 24 anni, a decidere di andarmene di casa senza se e senza ma: in circa 10 giorni ho trovato un appartamento in affitto e me la sono sbrigata da sola (con qualche aiutino da parte del papà). Mi ritrovo in tutto ciò che hai scritto e credo che il rapporto genitore-figlio sia in assoluto quello più difficile: non sono luoghi comuni quelli che hai scritto ma sacrosante verità che temo continueremo a trasmettere ai nostri figli e loro ai loro figli… Sempre se li vogliamo!

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