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Manuali di sopravvivenza

Come sopravvivere agli animali domestici

DISCLAIMER: I Manuali di Sopravvivenza sono articoli volutamente ironici e sopra le righe. Non vanno presi (troppo) sul serio.

Mi ritengo una persona di mentalità aperta, senza particolari pregiudizi. Con una sola eccezione: chiunque pronunci la frase “Vabbè ma è solo un animale”, riferito ad un qualsiasi animale domestico. Quelle persone non meritano la mia considerazione.

Chi ha o ha avuto un animale domestico sa quanto diventi un membro effettivo della famiglia. NO, non mi riferisco a umanizzare l’animale portandolo a spasso nel passeggino o organizzandogli feste di compleanno. Mi riferisco al rispettare la sua natura, e prendersene cura nel miglior modo possibile.

La vostra Rainbow ha avuto vari animali negli anni, e attualmente si prende cura di un coniglio nano sbandato che ha da poco compiuto 11 anni. Che si tratti di cani, gatti o pappagalli, però, cambia poco: quando stanno male, serve un manuale di sopravvivenza.

1. LE CLINICHE h24

L’Italia ha un bel po’ di problemi con la sanità, e questo è risaputo. Ma vogliamo parlare dei problemi con la veterinaria? Vivo a Roma, non proprio nel paesino sperduto sul cucuzzolo della montagna. Eppure, le cliniche aperte h24 per le emergenze si contano sulle dita di una mano. E di solito nessuna di queste ha un veterinario per conigli disponibile (sì, esiste il veterinario per conigli ed è più raro degli unicorni a pois). L’ultima volta, la vostra Rainbowsplash ha dovuto aspettare DUE ORE E MEZZA prima che il veterinario reperibile si presentasse in clinica. No ma fate con calma, nulla di grave eh.

2. I VETERINARI

Io sono assolutamente convinta che, a furia di stare a contatto con gli animali, tutti i veterinari si perdano qualche rotella. Il mio veterinario di fiducia puntualmente si dimentica quando abbiamo appuntamento, si dimentica le terapie che mi aveva dato, si dimentica di dirmi quando interromperle. Qualche giorno fa si è dimenticato di darmi l’indirizzo della clinica dove avevamo appuntamento. Gli ho dovuto scrivere tre volte per ricordargli che non avevo idea di dove andare. Che poi è un dottore bravissimo e super professionale. Solo, completamente svampito.

3. IL COSTO DEL RICOVERO

Se dovete scegliere tra comprare una Ferrari o prendervi un cane e avete pochissimi soldi sul conto in banca, io opterei per la Ferrari. Mantenere un animale domestico tra cure ordinarie, imprevisti, ricoveri, medicine e sorprese varie costa più di un attico in centro. Anche perché OVVIAMENTE tutte le emergenze succedono di notte, quando le cliniche fanno pagare una tariffa maggiorata (di solito quasi il doppio). Magari anche in un giorno festivo. Il vostro animale domestico LO SA quando è il momento peggiore per sentirsi male. E lo coglie al volo.

4. L’ANSIA

Quando il mio animale è in clinica, io vorrei una telecamera puntata h24 su di lui per poter controllare come sta. Esagerata?

A casa Rainbow c’è effettivamente una telecamera puntata sul coniglio di casa (nasceva come monitor per i ladri, è finita per diventare il Grande Conigliello) per i momenti in cui sono fuori. Di solito dalle cliniche danno aggiornamenti un paio di volte al giorno, per spiegare le terapie che stanno facendo, come reagisce l’animale e quando andarselo a riprendere. 

DUE VOLTE AL GIORNO per una persona ansiosa sono il nulla. Passo le giornate a sentirmi in colpa e a chiedermi “chissà cosa sta pensando di me in questo momento, magari crede che l’ho abbandonato”. 

In effetti dico che i veterinari non hanno tutte le rotelle al posto giusto, ma non è che stia messa tanto meglio.

5. LE PERSONE “PREOCCUPATE”

Non solo hai un animale che sta male.

Non solo sei preoccupata per lui.

Non solo stai andando a vendere un rene per pagare la clinica.

Devi pure subirti le persone, che provano a consolarti nei modi più improbabili. Ve ne propongo alcuni dei miei preferiti.

“Ma ormai l’animale è vecchio, devi rassegnarti al fatto che morirà”

La sensibilità di un carro armato su una torta di panna. Certo che so che gli animali domestici non sono eterni, ma questo memento mori come dovrebbe consolarmi? Tacci tua. Ricordami di usare la stessa frase quando ci sarà qualche tuo parente ricoverato.

“Ma è solo un animale!”

Anche tu sei solo un agglomerato di cellule vagamente senzienti, eppure eccoci qui. Che poi mi viene il dubbio che chi ha così poco rispetto per la vita di “solo un animale” non ne abbia poi nemmeno così tanto per la vita umana.

“Spendi tutti questi soldi per farlo curare?”

I tuoi hanno speso soldi per farti studiare, quindi se si parla di soldi buttati al vento ne possiamo discutere. Almeno l’animale è guarito.

“Come sta l’animale?”

Allora, innanzitutto l’animale in questione ha un nome. Fingere che ti interessi e poi riferirti a lui come “l’animale” non ti fa fare bella figura, anzi.

Ora scusate, ma devo andare a vendere pure l’altro rene per comprargli il cibo.

18 pensieri su “Come sopravvivere agli animali domestici”

  1. Con una sola eccezione: chiunque pronunci la frase “Vabbè ma è solo un animale”, riferito ad un qualsiasi animale domestico. Quelle persone non meritano la mia considerazione.

    STIMA ASSOLUTA!

    Abbiamo la stessa identica idea: non si può considerare un animale domestico un oggetto o soltanto “una bestia” come mi sono sentita dire e questo non vuol dire stravolgere totalmente la sua natura: la mia ira si indirizza in egual misura sia a chi tratta gli animali domestici come oggetti (o peggio li maltratta) sia a chi li umanizza (ahimè conosco gente che porta i cani nel passeggino e mette loro le cuffiette perché “hanno freddo”)…

    Mamma mia, non c’è limite al peggio!

    1. Vero, anche umanizzarli e trattarli in quel modo non gli fa bene! Bisogna rispettare la loro natura e i loro bisogni, anche e soprattutto quando non coincidono coi nostri

  2. Ho avuto il tuo stesso problema con la mia cavia di 5 anni e mezzo. Qui in zona no c’era nessun veterinario per animali esotici per cui mi sono per forza dovuta affidare al personale di una clinica h24 che me l’ha tenuta in osservazione 1 notte. Quando è tornata la mia cavetto e durata meno di 1 settimana e ci ha lasciato in malo modo tanto che abbiamo notato un’ecografia interna. Non ti dico quanto abbiamo sofferto

  3. Ho sempre avuto un cane. Da quando ho memoria, un compagno di poche parole, ma presente, mi ha sempre accompagnato. Oggi c’è Lola, ed è parte della famiglia, ogni cosa viene organizzata ragionando anche sulla sua presenza. Penso sia normale per chi ha un animale.

    1. Vero, chi è abituato ad avere un animale organizza tutta la sua vita di conseguenza!

  4. Io ho sempre avuto un gatto, quello dell’infanzia ha vissuto 20 anni, e quello dell’eta’ adulta di anni ne ha 11 e per me e’ assolutamente parte della famiglia. Ricordo l’ansia e il dolore quando l’ho lasciato la prima volta dal veterinario in pensione!

  5. Con me sfondi una porta aperta. Quest’anno, dopo aver speso migliaia di euro in visite e cure e attenzioni, ho perso il mio amato gatto. Aveva 17 anni. Anche il veterinario, con fare sottile, mi aveva consigliato di non buttare più soldi in terapia perchè tanto….Invece io mi sono accanita. E grazie al mio continuo supporto è riuscito a vivere serenamente e con dignità altri due anni ancora. per cui non dar mai retta ai suggerimenti. Se ami un animale fai per lui tutto quello che è possibile, perchè lui per te farebbe altrettanto.

  6. Gli animali domestici sanno dare tanto affetto e fanno tantissima compagnia, io ho avuto molti gatti nella mia vita e li ho adorati tutti. Ma sono assolutamente consapevole che possono diventare molto impegnativi, solo chi non li ha mai avuti non capisce

    1. Vero, prendersene cura è un impegno a tempo pieno, e per me è importante mettersi in casa un animale solo se si hanno tutte le risorse per farlo vivere al meglio

  7. Davvero, non so come fanno, ma se penso a tutte le volte che i cani/gatti della mia vita sono stati male, è stato sempre di sabato sera, a Natale, a Pasqua. Io vivo in paesino sperduto sul cucuzzolo della collina, quindi immagina la difficoltà di trovare una clinica aperta anche nei festivi. E anche la mia veterinaria, pur essendo molto brava ed empatica, è parecchio svampita.
    Non parliamo di quelli che “è solo un animale”. Lo scorso anno è mancata la mia gatta di sedici anni, e c’è chi ha avuto il coraggio di dirmi che tanto era vecchia, avrei dovuto aspettarmelo…

    1. Ti dico solo che ieri (1 Maggio) in clinica avevano i DICIOTTO ricoveri. Quindi confermo che gli animali sanno esattamente quali sono i giorni festivi!

  8. Il punto tre mi affligge. Quelli conoscono il calendario delle festività moooolto meglio di me, porca miseria!
    Per non parlare di quando il marito osa anche solo sfogliare un catalogo pensando di cambiare auto: immediatamente parte un virus contagiosissimo che si sparge a velocità luce su tutti i felidi di casa. Ovviamente alle 2 di notte di domenica.

  9. Non ho mai avuto un animale domestico ma ho vissuto con una persona che aveva un gatto e quando non c’era mi forniva un lungo elenco di cose da fare e situazioni da controllare. È un impegno nel vero senso del termine.

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