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Manuali di sopravvivenza

Come sopravvivere ad una carriera artistica

DISCLAIMER: I Manuali di sopravvivenza sono articoli ad altissimo tasso di cinismo e humor. Non sentitevi insultati, si fa per ridere. E l’autrice degli articoli è una povera vittima delle carriere artistiche, proprio come voi.

 

Da piccolo ti piaceva tanto disegnare? I tuoi disegni erano sempre appesi sul frigo di casa e gli zii li lodavano? E magari crescendo hai pensato di trasformare quella tua grande passione nel tuo lavoro? Bene, sono qui per distruggere ogni tua velleità artistica.

  1. STUDI

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A nessuno verrebbe in mente di improvvisarsi medico senza una laurea in Medicina, vero? O meglio, qualcuno ci prova pure, ma sappiamo tutti come va a finire. Non pensare che per le carriere artistiche sia diverso. Un avvocato studia Giurisprudenza, un traduttore Lingue, perché pensi che per l’arte dovrebbe essere diverso? Non pensare di poterti improvvisare musicista, disegnatore,  scrittore o qualsiasi cosa tu voglia fare. Dovrai studiare come tutti gli altri. Nella maggior parte dei casi in scuole private, e costose. Ah, tieni a mente questa cosa dei soldi, ci tornerà utile dopo. Se non vuoi investire il tuo tempo nelle scuole per imparare davvero il lavoro che vuoi fare, sappi che probabilmente resterai un dilettante con un hobby artistico. Se invece dovessi decidere di specializzarti e studiare duramente… beh, diventerai un artista disoccupato e squattrinato! Molto meglio, no?

2. CRITICHE COSTRUTTIVE

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Nelle scuole, imparerai a sottoporre la tua arte, di qualsiasi tipo essa sia, al giudizio altrui. Farai bene ad abituarti presto alle critiche, visto che ne riceverai di tutti i tipi. Fare arte significa mostrare agli altri un pezzetto del nostro cuore. E di solito le critiche vengono prese molto sul personale. Ma la parte peggiore delle critiche, anche di quelle costruttive tipo “Sì, l’idea mi piace, ma cambierei questa cosa”, è la consapevolezza di non aver finito, e di dover ricominciare. Hai presente quella cosa del “non si finisce mai di imparare”?. GODITELA.

3. CRITCHE DISTRUTTIVE

Ci saranno brave persone che, esaminando il tuo lavoro, ti diranno in maniera educata quello che non va. Ci saranno persone mooooolto meno delicate che definiranno il tuo lavoro “uno schifo” o “una doppia martellata sui coglioni”. Indovina quale categoria incontrerai più spesso sulla tua strada? Hai presente quando a Masterchef Bastianich prende un piatto che non gli piace e lo lancia via? È divertentissimo, vero? Non quando il piatto lanciato è il tuo. E se stai pensando “Beh, ma col tempo alle critiche ci si abitua”, devo correggerti. Non è che la millesima coltellata faccia meno male della prima. La differenza è solo che alla millesima coltellata sei in shock neurogeno. Benvenuto nella tua nuova vita. Sembrava più divertente nei film, vero?

4. PERFEZIONAMENTO

“Ho frequentato un corso di disegno, ora sono un disegnatore?”

NO. Sei un tizio che ha fatto un corso di disegno. L’hai letto più in alto, quando ho scritto che non si finisce mai di imparare? Dicevo sul serio. Devi perfezionarti ogni giorno, disegnare ogni giorno. Far valutare i tuoi lavori, confrontarti coi professionisti del settore.

5. ORARI

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“Almeno, come artista, posso lavorare quando mi pare!”

Ma certo. Non hai orari,  a meno che tu non abbia delle consegne. Ma se settimana prossima devi consegnare un lavoro che ti hanno commissionato, probabilmente lavorerai più delle otto ore canoniche. Probabilmente salterai anche qualche ora di sonno, i pasti, le uscite con gli amici. E, dopo la consegna, ti sarai dimenticato come avere una vita sociale.

6. FREELANCE, MONEYFREE

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Freelance è una bellissima parola, vero? Quella sensazione di libertà che in realtà vuol dire “squattrinato”. Se per portare a termine un progetto ci vogliono mesi, come ti mantieni nei mesi tra l’inizio del progetto e il momento in cui verrai pagato?… Te lo ricordi il pacco da giù di cui ti parlavo nel Manuale di Sopravvivenza alla Dieta Fuorisede? Sarà la tua unica forma di sostentamento. Raggiungere l’indipendenza economica può richiedere anni, se vuoi mantenerti solo con questo lavoro. E non è detto che tu ci riesca. Sei davvero convinto di volerci ancora provare?

7. FREELANCE?

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Ah, e freelance non vuol dire che puoi fare quello che vuoi. O meglio, puoi fare quello che vuoi, ma se poi non trovi nessuno che compri quello che fai, torniamo al punto 6. Freelance vuol dire che collabori con più persone senza un contratto fisso, ma per poter sopravvivere quando i pacchi da giù iniziano a scarseggiare, devi accettare lavori su commissione. Ovvero, non fai quello che vuoi fare, ma fai quello per cui ti pagano. Più o meno come succede in ogni lavoro, no?

“Ma quello dell’artista squattrinato non è uno stereotipo?”

Ma certo che lo è! infatti la sottoscritta ti sta scrivendo dalla sua camera di lusso, ubicata sotto un ponte di Roma. I topi ti salutano!

8. LAVORO

“Evviva, ho trovato lavoro con la mia arte! “

Bene, ora trova anche un commercialista. Partita iva, ricevute, tasse, disperazione. Si apre davanti a te un buco nero burocratico in cui ogni persona con cui parlerai avrà una versione diversa di come sia inquadrato il tuo lavoro nel magico mondo fatato della burocrazia italiana. Il commercialista sarà il tuo Virgilio, visto che i gironi infernali impallidiscono davanti al mondo del libero professionismo in Italia.

9. GLI ALTRI

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Ho lasciato il meglio per ultimo: spiegare agli altri che lavoro fai. Prova a spiegarlo, a tua nonna di 84 anni, che ti pagano per scrivere/disegnare. Frasi come

“Ma è un lavoro vero?”

“Ma che fai per mantenerti?”

“Ma mica ti pagano?”

“Ma perché, esiste questo lavoro?”

diventeranno le tue migliori amiche. Nel caso, Rainbowsplash ha coniato per te la risposta perfetta.

“Che lavoro fai?”

“Sono un disoccupato, ma sono bravissimo a far finta di non esserlo”.

 

Sei giunto alla fine di questo Manuale di Sopravvivenza. Sicuro di voler ancora intraprendere una carriera artistica? Dai, allora. Ti aspetto sotto al ponte, c’è spazio per tutti!

No, scusa. Ma almeno una cosa positiva del lavoro artistico devo dirtela. Quando vedrai il tuo libro pubblicato, quando vedrai il tuo disegno da qualche parte, quando sentirai che passano la tua canzone in radio, ti dimenticherai di tutti i sacrifici che hai dovuto affrontare per arrivare fino a quel punto. Ci penserà il saldo del tuo conto in banca a ricordarteli, i sacrifici!

28 pensieri su “Come sopravvivere ad una carriera artistica”

  1. Ahahahahahahahah!!!! Mi hai fatto sorridere!!! Soprattutto quando hai parlato del freelance!!!

  2. Articolo divertente, ma giusto. Alla base di tutto c’? lo studio. Non ci si improvvisa questo in qualsiasi lavoro.

  3. Io mi sono scelta proprio una carriera di questo tipo. All’inizio ? dura, non guadagni niente o quasi, ma poi, se prendi bene la strada giusta, il percorso ? in salita. Io mi ci sono ritrovata a pieno in quello che hai scritto. Bisogna studiare tanto, ci saranno sempre mille critiche, molte distruttive mirate a farti pensare di aver sbagliato tutto, che non ne sei capace ma altre saranno costruttive e mirate a farti comprendere dove sbagli e come poter migliorare. Poi ci sono i genitori, gli amici, che ti devono “non fare niente” e l? sorgeranno altre critiche. Ma l’arte ? cos?. Chi vuole vivere di arte sa che all’inizio si soffre. Ma poi la vista che si vede dalla cima, ? la migliore che si possa vedere.

  4. Alcuni punti dal 5 all’8 pur non essendo un artista li ho vissuti quando ero libero professionista. La gente tende a sottovalutare il lavoro degli altri. Forse ? solo invidia xch? loro non fanno il lavoro che gli piace

  5. Da aspirante travel blogger posso dire che lo scrivere su un blog ? simile all’avere una carriera artistica per quanto riguarda sacrifici, ore di lavoro e giudizi frettolosi di chi non sa neppure cosa significhi fare questo lavoro!

  6. Sai cosa ho risposto, esasperata, ad una delle persone che credono gli artisti siano dei fricchettoni che si grattano la pancia da mattina a sera? “Quindi che fai nella vita?”. “Niente! Me la godo!”. Ha sgranato gli occhi e non sapeva pi? che dire. 😀

  7. L’ironia con cui parli della parola freelance, degli orari e del lavoro che per altri significa solo stare sempre in vacanza mi hanno fatta sorridere. ? proprio vero che ogni lavoro ? un lavoro, ci vuole tempo e studio alla base. Ma la concezione che gli altri hanno di determinati lavori ? talmente diversa che a volte ? difficilissimo farsi prendere sul serio!

    1. Felice di averti strappato un sorriso, e concordo: in molti lavori ? davvero difficile farsi prendere sul serio

  8. Grazie di questo articolo, mi sono veramente divertita. Anch’io sono freelance e non so pi? cosa raccontare per spiegare quello che faccio, anche perch? ho visto che non mi ascoltano…

  9. Io sono una che disegnava da bambina. Ho fatto il liceo scientifico e poi l’Accademia di Belle Arti. Oggi faccio un mestiere diverso da quello che facevo prima ma sono sempre freelance e quel periodo mi ha formato in tal senso.

  10. Ho studiato all’istituto d’arte, con specializzazione in orificeria. Non ho mai trovato lavoro per quello che ho studiato, amavo disegnare ad oggi ? rimasto solo un hobby.

  11. Ho un amico attore che fa veramente l’attore. E ci vive pure. E ogni volta quando dice che quello ? il suo lavoro tutti lo guardano come se fosse un disoccupato senza fissa dimora. :-)))))))

  12. Freelance ? libert? sicuramente, ma ? soprattutto essere precari, non avere orari, non avere continuit? e spesso fare quel che piace, che i molti casi non rende come un lavoro tradizionale. A mio avviso….

    1. Molto dipende dai livelli che si riescono a raggiungere, ovviamente chi ? in alto e ha un certo “prestigio” guadagna molto di pi?. Sicuramente i primi tempi sono durissimi.

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